Tagli ai vitalizi parlamentari, anche i trentini impugnano 

Alcuni di loro si sono rivolti all’avvocato Paniz che ha già depositato 400 ricorsi In provincia sono una decina gli ex deputati che hanno subito tagli anche dell’80%



TRENTO. I parlamentari passano al contrattacco. Sono settecento i ricorsi presentati contro il taglio dei vitalizi decisi con la delibera dell’ufficio di presidenza della Camera dei Deputati. Tra di loro, come spiega l’avvocato Maurizio Paniz che difende più di 400 ricorrenti, ci sono anche alcuni ex deputati trentini. Il ricorso è stato presentato al Consiglio di giurisdizione della Camera che è già stato nominato dal presidente Roberto Fico. Ma ancora non si sa quando verrà fissata la prima udienza. Paniz spiega che il ricorso mira a tutelare tutti, non solo gli ex parlamentari: «E’ una battaglia per la democrazia. Se passa il principio che si può modificare un trattamento consolidato con una delibera retroattiva sono a rischio anche le pensioni degli italiani. Non ci sarebbe più nessuna tutela, soprattutto per le baby pensioni che sono 9 milioni. Questa delibera è molto pericolosa e profondamente ingiusta. Tra i casi che seguo c’è quello di un ex deputato di 90 anni che prende 2900 euro di vitalizio. Con il ricalcolo, il suo assegno scenderebbe a 600 euro al mese, con un taglio dell’83%. Paga 750 euro al mese di affitto e inoltre deve pagarsi i farmaci per varie malattie. Come farebbe ad andare avanti? E questo è un caso reale».

Il Consiglio di Stato nel parere che era stato chiesto dal Senato quest’estate, aveva però confermato che si può ricalcolare il vitalizio tramite una semplice delibera del consiglio di presidenza di un ramo del Parlamento. L’Associazione degli ex parlamentari aveva fatto i conti dei tagli per ciascun ex parlamentare. Tra i trentini balza subito agli occhi il taglio di Ferruccio Pisoni, ex presidente della Trentini nel mondo che vedrebbe passare il vitalizio da 8.400 euro a 1.748 euro lordi. Anche Alberto Ferrandi, parlamentare nelle file per Partito Comunista, subirebbe un taglio enorme, pari al 77%, passando da 4.725 euro lordi a 1.059. Taglio notevole anche per l’ex socialista e sottosegretario Mario Raffaelli (da 8.455 euro lordi a 3.205) e per Marco Boato, che con le sue sei legislature passerebbe da 10.009 euro lordi di vitalizio a 4.426. Luciano Azzolini, giornalista ed ex Dc, con tre legislature all’attivo, vedrebbe decurtato l’assegno del 53% (da 6.590 euro lordi a 3.092). Taglio importante per Sergio De Carneri, due legislature nel Partito Comunista, passerebbe da 4.725 euro lordi a 1.507 con una decurtazione del 68%. L’ex sottosegretario di Forza Italia Giancarlo Innocenzi è quello che se la caverebbe meglio, con un taglio “solo” del 38%, da 3.108 a 1.897. Infine Mauro Betta (-40%) e Lucia Fronza Crepaz, -41%, da 4.725 euro lordi a 2.726.













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