Tagli ai dirigenti Apss, norma stoppata. Nuovo scontro nel Pd

Finanziaria, in commissione Plotegher vota con le minoranze e la proposta di Zeni non passa Viola: «Carta bianca a Flor per 5 anni, inaccettabile». L’assessore: «Serve una struttura più snella»


di Chiara Bert


TRENTO. Nuovo braccio di ferro sulla sanità. La quarta commissione ieri ha dato parere negativo alla norma, contenuta nella legge collegata alla Finanziaria, che prevede un riassetto organizzativo dell’Azienda sanitaria in deroga a quanto previsto dalla legge provinciale. Uno stop inatteso per la giunta, determinato dal voto contrario della consigliera Pd Violetta Plotegher, collega di partito dell’assessore alla sanità Luca Zeni, che ha votato con le minoranze (Viola e Zanon di Pt e Cia di Civica Trentina).

L’assessore ha spiegato che la norma ha due obiettivi: «Rendere più snella e funzionale l’Azienda sanitaria, che oggi dal punto di vista amministrativo è troppo pesante, con tutta una serie di dirigenti di distretto, e ottenere un risparmio che oscilla tra 500 mila euro e 1 milione». La norma, fatte salve le figure dirigenziali previste dalla legge nazionale, prevede che per i prossimi 5 anni, a seguito delle direttive della giunta, il direttore dell’Azienda possa intervenire sull’organizzazione introducendo una maggiore flessibilità. Una soluzione che non è piaciuta alle minoranze, ma nemmeno alla minoranza Pd, che con Plotegher si è fatta sentire in commissione e poi ha rincarato la dose con Donata Borgonovo Re e Mattia Civico durante l’incontro del gruppo Dem.

Netto il no di Walter Viola: «Si affiderebbe per 5 anni carta bianca al direttore generale, è inaccettabile. Una riorganizzazione va bene, ma qui si va oltre e si compie l’ennesima delegificazione del consiglio». D’accordo Violetta Plotegher: «Ridurre le spese non può comportare scelte di questo tipo. Il fattore umano e l’organizzazione del personale sono elementi di snodo cruciali del comparto sanitario». Pietro De Godenz (Upt) si è detto convinto della necessità di fare un percorso di riorganizzazione: «Abbiamo troppi medici e troppo personale amministrativo». Per Claudio Cia «i costi e l’apparato organizzativo vanno rivisti», «ma qui si va a conferire al direttore generale un potere che dovrebbe essere della politica». Il presidente della commissione Giuseppe Detomas (Ual) ha giudicato la norma «condivisibile nel merito», «ma il metodo è al limite dell’ammissibilità nel contesto poco equilibrato dei rapporti tra consiglio e giunta».

Zeni ha ammesso che l’articolo è scritto male e si è detto pronto a modificarlo prevedendo un coinvolgimento del consiglio, e ha ricordato che «sarà la giunta a fare le delibere, non il direttore dell’Azienda». Ha poi chiesto ai consiglieri di non contribuire agli allarmismi che la stampa continua ad alimentare sopratutto con riferimento ai punti nascite. «Proprio per questo dobbiamo fare attenzione e non ingessare la struttura con un articolo in legge che affida competenze massime al direttore generale rispetto all’organizzazione dell’Azienda», lo ha incalzato Plotegher.













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