Susanne, un mese pieno di misteri

La donna trentina scomparsa a Sharm el Sheik, la famiglia ancora nell'angoscia


Ubaldo Cordellini


TRENTO. E' passato un mese da quando è scomparsa. Susanne Kessler stava prendendo il sole tra le dune sabbiose della spiaggia di Montasa, a Sharm el Sheik, ed è sparita. Una settimana dopo è stato ritrovato un cadavere nella Shark's bay, la baia davanti alla spiaggia, proprio nel punto dove finisce la barriera corallina.

Tutti hanno pensato a lei, ma ancora non c'è la conferma che quel corpo appartenga alla donna. Un mese dopo, la scomparsa di Susanne, 42 anni, originaria di Fondo, è ancora avvolta nella nebbia. Il mancato riconoscimento. Il fratello Alessandro, che nel paese dell'alta val di Non gestisce l'albergo Lago Smeraldo, non ha riconosciuto il cadavere. «Le mani sono troppo affusolate rispetto a quelle di Susanne e anche il corpo sembra di una persona più longilinea», ha detto Alessandro.

Certo, il corpo della donna è rimasto in acqua almeno una settimana e questo potrebbe averne alterato le condizioni. Però, sull'identità del cadavere ancora non ci sono certezze. La cognata di Susanne, a Fondo, scuote la testa malinconicamente: «Ancora non si sa niente purtroppo. Dall'Egitto non ci sono arrivate notizie». Così la nebbia si fa sempre più fitta. L'esito dell'esame sul dna non è ancora arrivato.

Il ruolo del compagno
. Susanne era stata vista l'ultima volta dal suo nuovo compagno egiziano. Il 25 febbraio scorso, erano andati insieme a prendere il sole sulla Montasa beach. Quello che è successo quel giorno non si sa con precisione. Si sa che i due dovevano comprare un appartamento insieme. Forse hanno avuto un litigio. Quello che si sa con certezza è che l'uomo ha detto alla polizia di essere andato via da solo dalla spiaggia e di essere tornato solo un'ora dopo. Ecco la prima stranezza nel suo racconto. Al suo ritorno, però, di Susanne neanche l'ombra. Mancavano anche i vestiti e i soldi della trentina.

L'uomo dice di aver avvertito anche altri amici egiziani. Insieme hanno cercato Susanne fino a sera. E qui la seconda stranezza. Infatti, la denuncia di scomparsa è stata presentata alle autorità non dal compagno, ma da un'amica egiziana della donna trentina. L'atteggiamento del compagno, quindi, non sembra del tutto lineare. Susanne aveva intrecciato una relazione con lui dopo aver divorziato da suo marito, un altro cittadino egiziano che, però, vive in Francia e in quei giorni non era a Sharm. Sette giorni dopo la scomparsa, il 2 marzo, è stato trovato il cadavere di donna che all'apparenza assomigliava a Susanne.

Le cause della morte
. Il corpo è stato portato all'istituto di medicina legale di Sharm el Sheik e sulle prime sembrava che non ci fossero dubbi né sull'identità della vittima né sulle cause della morte. Tutti a Sharm hanno pensato a Susanne. La donna ritrovata sembrava avere più o meno la sua età ed il cadavere è stato ritrovato nella baia davanti alla spiaggia sulla quale era stata vista l'ultima volta.

Quanto alle cause della morte, i colpi sul corpo sembravano la prova certa che si trattasse di omicidio. Il medico legale di Sharm, il dottor Adel, sembrava certo. Durante la prima ricognizione sul cadavere, il compagno di Susanne ha atteso per tutto il tempo nel corridoio davanti alla camera mortuaria. Piangeva a dirotto e sembrava distrutto. Il corpo ritrovato appartiene ad una donna di circa 40-45 anni di età con un'altezza di circa un metro e 65 centimetri e dal peso di circa 75 kg. Il braccio sinistro e' amputato dalla spalla in giù, a causa dell'impatto con un'elica di imbarcazione, così come causati dalla stessa elica sono i numerosi altri tagli in tutto il resto del corpo, tutti però provocati dopo la morte.

Prima della morte invece, sono stati inferti un grosso colpo allo zigomo destro, e uno, molto forte, sulla nuca causato da un corpo contundente che ha provocato una lacerazione lunga 17 cm circa e conseguente frattura del cranio. Sembra difficile che una lacerazione simile possa essere provocata da una caduta. In quella zona la barriera corallina è molto estesa e, per arrivare alla sua fine, bisogna camminare a lungo. Quindi, l'ipotesi è che la donna sia stata uccisa sulla spiagga e poi trascinata per molte decine di metri. A meno che la lite non si sia verificata in acqua, ma, in questo caso l'assassino avrebbe dovuto avere con sé l'arma del delitto, che probabilmente è un bastone.

L'uomo misterioso. La polizia di Sharm ha cercato anche di rintracciare un uomo che quel 25 febbraio è stato visto tra le dune di Montasa beach. Quattro turiste inglesi hanno notato lo sconosciuto che camminava da solo, vestito, e con un atteggiamento sospetto. Ma le indagini in questa direzione non hanno portato a nulla.

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