Suona la campanella per 70.759 studenti trentini

Giovedì il ritorno sui banchi con la novità del trilinguismo e la protesta dei precari Rossi: stabilizzati oltre 700 docenti, sulle lingue pronti anche a qualche deroga


di Chiara Bert


TRENTO. Vacanze finite, si torna a scuola. Dopo i piccoli dell’asilo, già tornati sui banchi, giovedì toccherà a 70.759 studenti trentini iniziare il nuovo anno scolastico: 26.916 frequenteranno la scuola primaria, 16.782 la secondaria di primo grado, 20.766 la scuola secondaria di secondo grado e 6.295 l’istruzione e formazione professionale. A loro, e ai 6 mila insegnanti, ha rivolto ieri un “in bocca al lupo” il presidente della Provincia e assessore all’istruzione Ugo Rossi, che quest’anno non sarà all’inaugurazione perché impegnato nella sua prima visita all’estero in Brasile.

Il nuovo anno scolastico, lo ha ricordato lo stesso Rossi, si apre con due questioni in primo piano: un problema di lunga data, quello degli insegnanti precari, e la novità del piano del trilinguismo che debutta tra curiosità e preoccupazioni.

I numeri. I dati evidenziano un calo del 2,25% delle iscrizioni alle scuole dell’infanzia, mentre rimangono sostanzialmente invariati gli altri ordini di scuole. Spicca un incremento del 3,30% nell’istruzione e formazione professionale, in parte attribuibile agli iscritti al quinto anno che per la prima volta hanno potuto sostenere la maturità nell’anno appena concluso. Le scelte dei ragazzi confermano una tenuta delle iscrizioni nei licei (44%), seguiti dai percorsi tecnici (31%) e dalla formazione professionale (25%). Cala il numero delle classi (-18): erano 3.876 due anni fa, 3.885 l’anno scorso e quest’anno scendono a 3.867.

La popolazione straniera rimane pressoché invariata: 10.501 ragazzi pari al 12,13%, con un leggero calo dello 0,14%. Si registra un’inversione di tendenza tra la prima e la seconda generazione e se questo fenomeno era già molto evidente negli anni precedenti nelle scuole dell’infanzia e in parte nel primo ciclo, ora si sta estendendo anche nel secondo ciclo: infatti le percentuali di presenza degli stranieri nati in Italia sono del 30,64% nella secondaria di secondo grado, del 75,4% nella scuola primaria e raggiungono il 91,94% nella scuola dell’infanzia.

Gli studenti con bisogni educativi speciali certificati sono 2.636 (contro i 2.501 dello scorso anno), a cui si aggiungono 177 studenti per cui è in atto il percorso di valutazione: 231 alla scuola dell’infanzia, 1.535 alla primaria e secondaria di primo grado, 244 alla secondaria di secondo grado e 626 all’istruzione e formazione professionale. Rossi ha ricordato che le risorse stanziate dalla Provincia sono in costante crescita e dove presumibilmente emergeranno necessità dopo l’avvio dell’anno scolastico, sarà data risposta.

Insegnanti precari. I docenti di ruolo sono 6.051, rispettivamente 2.633 alla primaria, 1.499 alla secondaria di primo grado e 1.919 alla secondaria di secondo grado, mentre il personale amministrativo e gli assistenti educatori di ruolo sono 1.861. Ma Rossi sa bene che quello dei precari resta un tema caldissimo, a livello nazionale come in Trentino. «Sappiamo le aspettative di chi è stato indotto in questi anni a pensare che ci fosse posto per tutti - ha detto il governatore - noi abbiamo cercato al massimo di realizzare una politica di stabilizzazione del lavoro oltre 700 insegnanti che erano precari sono diventati di ruolo. E abbiamo messo in campo tre concorsi pubblici, con 50 posti per la scuola dell’infanzia, 50 per la primaria e 60 per le lingue straniere. Partiamo da una posizione di credibilità».

Incognita trilinguismo. Quest’anno sarà il debutto del piano trilingue fortemente voluto da Rossi, che sul progetto ha investito 42 milioni di euro, ma che continua a sollevare dubbi e timori tra genitori e docenti. «Giusto che ci siano delle preoccupazioni alla partenza», ha detto l’assessore, «abbiamo lavorato per garantire un avvio con le carte in regola. Se ci sarà qualche criticità, come qualche istituto ci ha fatto presente, siamo pronti a qualche deroga per esempio che consenta l’utilizzo delle ore opzionali, ma si tratterà di pochi casi».

Risorse. È di 683,8 milioni la dotazione finanziaria della scuola nel 2015: 484 milioni se ne vanno in stipendi, 163 milioni in contributi agli enti accreditati, 17,4 milioni per le spese di funzionamento e 19,4 milioni per gli investimenti.

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