Studentato e nuova mensa, l’Ateneo parte coi progetti 

La città del futuro. Entro un anno potrebbero partire i lavori al piano interrato dell’ex Cte  per realizzare l’area ristorazione. Operatori fieristici convocati dall’Apt che chiederà l’aumento 



Trento. La nuova area ristorazione dell’Università di Trento all’ex Cte ancora può attendere un po’ di tempo, ma nel frattempo gli uffici tecnici dell’Ateneo stanno preparando progetti e gara per il nuovo studentato da 200 posti a Piedicastello. L’Università ha in cantiere progetti molto ambiziosi, a partire proprio dallo studentato che sarà finanziato per metà dal Miur, ma ha anche tempi non certo da centometrista. Come spiega il rettore Paolo Collini, l’Ateneo ha deciso di andare avanti con il progetto per lo studentato anche prima che arrivino i fondi da Roma: «Il nostro progetto è stato inserito tra quelli ammessi al finanziamento al 50%, ma al momento non fa parte di quelli già finanziati perché Trento ha già buoni dati in materia di alloggi per studenti. Quindi il finanziamento arriverà in un secondo momento, ma i fondi sono già statti stanziati. E per questo motivo abbiamo deciso di partire con la progettazione dell’opera nelle more dei tempi tecnici del finanziamento. Ci vorrà comunque tempo perché noi facciamo tutto in con i nostri uffici e quindi sarà necessario del tempo, ma l’oboettivo è quello di fare un ottimo lavoro». Del resto l’opera è molto ambiziosa, di quelle che potrebbe cambiare volto al quartiere di Piedicastello. La spesa prevista è di 12 milioni di euro che dovrebbero essere coperti per metà dal Ministero. «Lo studentato - spiega il rettore- dovrebbe essere ospitato nella zona a nord dell’area ex Italcementi, quella più vicina alla case, in modo da integrarsi con le abitazioni. Il progetto è tutto ecosostenibile. Si tratta di tre costruzioni, tre palazzine, in legno costruite con i criteri casa clima, con parcheggi per le biciclette e quant’altro per renderle assolutamente sostenibili. Sono previsti 55 moduli quasi tutti da 4, tranne alcuni da 3 per i disabili. Sono tre blocchi lunghi con l’accesso direttamente dall’esterno. Sono previste due passerelle sull’Adige per il collegamento alla città, una all’altezza del sottopasso di via Canestrini e un’altra che sarebbe diretta verso via Verdi». Ma l’Università sta scaldando i motori anche per l’area ex Cte, come spiega Sempre Collini: «Per il piano terra c’è l’accordo con l’Apt per far restare per due anni le fiere. Per il piano interrato, invece, l’accordo prevede che metteremo a disposizione gli spazi fino a che non partiranno i lavori per la realizzazione della nuova area ristorazione. Anche in questo caso facciamo tutto con i nostri uffici, quindi ci vorranno parecchi mesi prima che possa partire il cantiere. Noi prevediamo che non si tratti di una semplice mensa, ma di una vera e propria piazza aperta a varie proposte e diversi operatori. Per il piano terra, invece, pensiamo a spazi per lo studio e anche a qualche aula, ma per ora manca ancora il progetto». Nel frattempo, però, l’Apt ha convocato per la settimana prossima i vari operatori che continuano a organizzare fiere ed esposizioni nella struttura. Verrà loro chiesto un aumento del 10% del canone che già pagano per gli eventi da loro organizzati. Resta il fatto che, anche tenendo conto dei tempi non velocissimi, prima o poi dovranno lasciare l’ex Cte, sicuramente prima il piano interrato, e poi il piano terra. E per ora non c’è una destinazione, neanche un’ipotesi, per la fiere.













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