Stop ai fondi, Anci pronta alla lotta 

Gilmozzi sul blocco delle risorse per Open Lab: «In aula a Roma il 4 settembre»



TRENTO. Finite le ferie anche per il sindaco Alessandro Andreatta, ieri la giunta comunale si è riunita per la normale amministrazione, in attesa di rientrare al lavoro a pieno ritmo.

Sul tavolo, questioni politiche a parte in questa fase di limbo che le trattative per le prossime elezioni provinciali impongono, c’è il problema del blocco da parte del governo dei 2 miliardi del bando periferie. Una decisione che ha scatenato la rivolta di 96 Comuni, compreso quello di Trento, che si vedono bloccati progetti già in fase esecutiva. Come si ricorderà con il bando periferie il Comune di Trento si è aggiudicato 18 milioni per la riqualificazione dell’area Santa Chiara, che comprende tra le opere più importanti la ristrutturazione dell’ex casa civica per farne la sede degli uffici tecnici comunali e dell’ex mensa, nonché il restauro della chiesa del redentore e negli ex uffici della casa di riposo la realizzazione di unità abitative di co housing e di un asilo interaziendale. Ora, lo stop con il decreto milleproroghe dei fondi destinati ai Comuni capoluogo, ha coalizzato i sindaci i sindaci decisi a non vedersi sottratte le risorse per le quali sono in corso i progetti programmati. Precisa Italo Gilmozzi, assessore ai lavori pubblici: «Il 4 settembre è già prevista la presenza del presidente dell’Anci Antonio Decaro alla Camera. Ci auguriamo che il governo ci ripensi, perché sarebbe una follia tornare indietro, quando gli atti del bando sono stati firmati dall’ex presidente del consiglio Gentiloni ed approvati dalla Corte dei Conti. Per i lavori all’ex casa di riposo per gli uffici tecnici siamo già al progetto esecutivo e abbiamo già destinato i 12 milioni di euro in bilancio ad altre opere come la piscina e la riqualificazione dell’area ex Atesina. Si tratta di scelte politiche, che non possiamo ritrattare». Il vicesindaco Paolo Biasioli, nonché assessore al patrimonio sottolinea: «All’appello non mancano “solo” i 18 milioni di euro per riqualificare l’ex Santa Chiara, ma vanno calcolati anche i 750 mila euro che ogni anno ci costano di affitto gli uffici tecnici al Top Center e che potremo risparmiare con la realizzazione del progetto all’ex Casa civica. Anche questo va considerato un danno alle casse pubbliche, perché se il governo ci rinvia l’assegnazione della somma di due anni, sono 1 milione e mezzo di euro che se ne vanno in affitto». (sa.m.)













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