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Stelvio, 11 mila sì alla chiusura dei passi

Tanti i ciclisti saliti alla Cima Coppi attirati dall’assenza di traffico: «Pericoloso con auto e moto, è un esempio da seguire»



STELVIO. «Dobbiamo fare qualcosa per le nostre strade, ma è molto importante che si trovi una soluzione con la collaborazione di tutti gli interessati». Il direttore del Parco dello Stelvio, Hanspeter Gunsch spiega così la sua posizione circa la situazione del traffico sulla strada che porta alla Cima Coppi, normalmente monopolizzata da auto e moto, ma per un giorno invasa dalle biciclette.

Anche quest’anno, infatti, la Giornata in bicicletta ha richiamato sulla mitica cima moltissimi ciclisti: «Ad essere precisi - commenta soddisfatto Gunsch - sono stati 11.401 le persone che hanno deciso di partecipare alla nostra manifestazione». Tanti gli appassionati che hanno deciso di affrontare i 48 tornanti che portano fino ai 2758 metri della Cima Coppi. Giunta alla sua sedicesima edizione, la Giornata in bicicletta ha attirato appassionati provenienti da ogni parte del mondo: «Vengono da tantissimi Paesi - racconta Mirko Baldi, proprietario del negozio di biciclette e ricambi di Prato allo Stelvio - dall’Australia, dagli Stati Uniti, soprattutto dal Colorado, e ovviamente da mezza Europa».

La voce, però, si sta spargendo e i turisti iniziano ad arrivare anche da luoghi impensabili: «Quest’anno, per la prima volta, si è presentato in negozio un signore proveniente da Dubai, ma anche un altro che vive alle Hawaii». Insomma, una manifestazione in grado di attrarre moltissimi turisti, ma naturalmente lo stesso parco funge da calamita per chi vuole trascorrere un po’ di tempo in mezzo alla natura: «Qui in estate è un disastro - prosegue Baldi - soprattutto durante il fine settimana quando la strada si riempie di moto e auto».

Aspetto questo che allontana i ciclisti: «Senza traffico questa strada è uno spettacolo - commenta Alessandro Magnani, di Modena - giornate come questa sono sicuramente un incentivo. Con il traffico, invece, diventa davvero pericolosa». Gli fa eco Paolo Felicetti, anche lui modenese: «La discesa già di suo non è proprio priva di rischi, affrontarla con le auto, le moto o i pullman che salgono in senso opposto sarebbe molto rischioso». Stesso concetto ribadito anche da Dino Cazzaniga, proveniente dalla provincia di Lecco, ma in vacanza in Val Pusteria: «Ho affrontato anche altre strade non chiuse, però è innegabile che l’iniziativa di oggi invogli a partecipare».

«Strade come questa dello Stelvio dovrebbero essere chiuse al traffico - afferma Fabio Soci, anche lui giunto dall’Emilia per la Giornata in Bicicletta - si potrebbero istituire delle ztl, delle navette per gli invalidi e poi si potrebbe incentivare l’uso delle biciclette elettriche che permettono a moltissimi di affrontare queste salite». Più cauti, invece Marco Brambilla, Emilio Del Corno, Claudio Wolf e Michele Brivio, componenti di un gruppo di ciclisti lombardi: «Una soluzione al traffico, anche prodotto da giornate come questa che portano sui passi tantissime persone, può essere data dal trasporto pubblico - commentano - perché se questo è efficiente e non troppo caro, invoglia sicuramente le persone ad usarlo».

Trasporto pubblico che potrebbe fungere da incentivo proprio per il cicloturismo, più sostenibile dal punto di vista ambientale sia per quanto riguarda le emissioni inquinanti che per il rumore: «L’ideale sarebbe poter trasportare senza problemi la bicicletta su ogni mezzo pubblico - aggiungono - magari senza dover pagare un sovrapprezzo: ci sono casi nei quali una bici paga lo stesso biglietto del proprietario».

Convince meno, invece, l’ipotesi delle fasce orarie: «Sarebbe difficile da gestire - sottolinea ancora Alessandro Magnani - mentre si potrebbe pensare di alternare il passaggio sulle strade dei passi dolomitici, magari dedicando alcuni giorni della settimana alle bici». Più difficile, invece, pensare a una serie di appuntamenti spalmati su più mesi della “Giornata in bicicletta” al Passo dello Stelvio: «La nostra manifestazione, così come è pensata, deve essere organizzata tra fine agosto e inizio settembre - spiega il direttore Gunsch - perché le persone che decidono di affrontare la salita del Passo dello Stelvio sono tutte molto ben preparate dal punto di vista fisico: arrivare alla Cima Coppi significa affrontare 1800 metri di dislivello. Per questo è molto difficile pensare di organizzare più appuntamenti come questo durante il resto dell’estate».













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