il caso

«Sposta» il cervo investito per avere il risarcimento

L’uomo aveva investito l’ungulato in Alto Adige ma ha dichiarato che il fatto era avvenuto a Fondo. I forestali lo scoprono e lui va a giudizio per tentata truffa



TRENTO. A Bolzano con i rimborsi per gli incidenti provocati dagli ungulati erano di manica più stretta e quindi l’uomo ha ben pensato di spostare il luogo dello scontro con un cervo di sette chilometri. Sette chilometri che gli avrebbero permesso di chiedere il rimborso alla Provincia di Trento. Il tentativo di truffa è stato però scoperto e ora l’uomo, un bolzanino trentenne, è chiamato in tribunale e deve rispondere di truffa.

Per raccontare questa vicenda, o meglio la ricostruzione dei fatti da parte della procura, bisogna fare un salto indietro, all’aprile dello scorso anno. Sono passate le 22 di sera quando il trentenne chiama il 112 per denunciare di esser stato parte di un incidente. In particolare con la sua macchina - ha raccontato - è andato ad impattare contro il cervo che aveva improvvisamente attraversato la strada. Un incidente che - avrebbe detto ai militari - era avvenuto in località Gregi, nel comune (trentino) di Fondo.

La chiamata - secondo la procura - sarebbe stata fatta al solo fine di precostituirsi una giustificazione per chiedere poi il relativo risarcimento alla Provincia. Richiesta che è arrivata negli uffici competenti una quindicina di giorni dopo. Quello che non è arrivato, però, è stato il risarcimento. Sì perché si sono messi al lavoro gli uomini della guardia forestale che, dopo una serie di accertamenti, hanno spostato di sette chilometri il luogo dell’incidente. Quei sette chilometri che lo fanno diventare un «caso» altoatesino.

Saputo del supposto incidente del comune di Fondo i forestali si sono messi al lavoro perché c’erano anche segnalazioni di un investimento con cervo coinvolti anche a San Felice di Senale, sette chilometri, appunto, più a nord. Le verifiche fatte dai forestali sono state molto certosine. Sulla strada di Fondo hanno trovato delle tracce di sangue e anche dei peli riconducibili ad un cervo. Segno, questo, che l’incidente sarebbe avvenuto in terra trentina. Mai i reperti trovati a San Felice erano molto più numerosi e congrui con un possibile investimento di un cervo.

E quindi per la forestale non c’erano dubbi: l’incidente era avvenuto in provincia di Bolzano e il trentenne avrebbe cercato di cambiare le carte in tavola trasportando sangue e peli in trentino per aver diritto ad risarcimento più alto. Risarcimento che non è stato erogato e la richiesta di danni avanzata contro la Provincia ha trasformato il bolzanino anche in imputato per un procedimento per tentata truffa. E sarà in aula davanti al giudice De Donato che l’uomo potrà proporre la sua ricostruzione dei fatti.

A prescindere da ciò che è successo o non è successo nell’aprile 2014 comunque ora non sarebbe più conveniente l’eventuale «spostamento di incidente». Sì perché con la nuova legge finanziaria anche la Provincia di Treno ha reso meno «generosi» e soprattutto non automatici i rimborsi da parte dell’ente pubblico per i danni provocati dagli ungulati, anche in caso di incidenti stradali













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