Sport senza frontiere, nasce la sezione trentina

Accordo con Appm Onlus: muoversi diventerà un «diritto» per bambini e adolescenti svantaggiati. Carli: «Così riusciamo a prevenire il disagio sociale»


di Claudio Libera


TRENTO. L’atto costitutivo è stato firmato il 27 luglio, con 23 soci fondatori e questa sera “Sport senza Frontiere Trentino” verrà presentato ufficialmente alla città, a Villa Margon. L’evento sancisce l’ingresso di Trento nel novero delle città Sport Senza Frontiere con Roma, Milano, Napoli, Torino e Buenos Aires e lo fa con una serata “Charity” insieme ai giocatori dell’Aquila Basket, in cui verranno raccolti fondi per il progetto iniziale, il pulmino, col quale accompagnare i ragazzi alle attività.

L’annuncio ieri nella Sala Rosa della Regione, con l’ideatore di questa avventura, Marcello Carli, presidente di Sport Senza Frontiere Trentino; Alessandro Tappa, presidente nazionale; Mario Magnani, presidente dell’Appm Onlus, partner nella nuova avventura, ideata per i minori in difficoltà personale, segnalati dal Tribunale per i minorenni, al quale è stato anche riconosciuto il Sigillo della Città di Trento e Diego Cattoni, consigliere delegato Aquila Basket, che ha “sposato” l’idea, divenendo socio fondatore ed uno degli ambasciatori della Onlus.

La missione di Sport Senza Frontiere Trentino, che vanta soci attivi in provincia di Bolzano ed in alcune zone del Veneto, è di garantire il diritto allo sport, rendendolo accessibile a chi ne ha bisogno, portarlo lì dove non c’è, diffondendone principi e valori. Ma non ci si limiterà alla pratica di socializzazione di minori in difficoltà ma allargando lo sguardo, l’azione propedeutica, servirà a fornire quei presidi sanitari un tempo garantiti dalle visite mediche per il servizio militare. Ciò in quanto i ragazzi che partecipano a Sport Senza Frontiere, dopo la visita di ingresso, vengono sottoposti a controlli tre volte l’anno, sostituendosi in molti casi alle carenze del sistema ed alle difficoltà delle periferie. Infatti, Sport Senza Frontiere “progetta ed organizza percorsi sportivi gratuiti per bambini ed adolescenti svantaggiati sotto la guida di uno staff di operatori qualificati ed in collaborazione con una rete solidale di partner ed associazioni sportive”.

In alcuni casi lo sport è uno strumento valido di prevenzione del disagio sociale e psicofisico e di formazione della persona e quindi va considerato un diritto per tutti riempiendo il vuoto lasciato da quelli che erano gli oratori. “Galeotta fu la Maratona di Roma”, ha concluso Marcello Carli, “che mi ha permesso di conoscere questa realtà che consente di praticare 26 discipline sportive, in 34 nazionalità, con 6 città dello sport, tra cui ora c’è pure Trento”.













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