Sparava alla fauna protetta dalla sua baita, denunciato

Ronchi, dopo il caso di luglio un altro cacciatore sorpreso con un fucile e munizioni abusive ad esercitare nella sua casa a pochi metri della strada


di Marika Caumo


RONCHI. Altro bracconiere nella rete dei forestali. Gli agenti della Stazione forestale di Borgo, coadiuvati dai forestali del Consorzio di Telve e dai guardacaccia dell’Associazione Cacciatori trentini con unità cinofile specializzate, sono stati impegnati tra sabato e domenica, in un'operazione particolarmente complessa e difficoltosa a causa del maltempo. Contemporaneamente infatti gli agenti erano in stato di allerta meteo per il monitoraggio di frane e torrenti.

L’attenzione questa volta è stata attirata da un insolito appostamento di caccia temporaneo, allestito in località Desene nei pressi di una baita di proprietà di un cacciatore della riserva di Ronchi, sorpreso durante l’estate ad esercitare attività di bracconaggio notturna con fucile con silenziatore e denunciato all’autorità giudiziaria con sequestro delle armi e sospensione della licenza.

«Un appostamento strano in quanto realizzato a ridosso di una baita, limitrofa al confine con la riserva di caccia di Roncegno e soprattutto ad una distanza di nemmeno 20 metri da una strada asfaltata di pubblico transito che porta a rifugi, malghe e attività di ristorazione», spiegano gli agenti intervenuti. I quali, dopo alcuni appostamenti mirati a capire se fosse la persona precedentemente assicurata alla giustizia che proseguiva nell’attività illecita, hanno potuto constatare che tale appostamento veniva utilizzato da un altro cacciatore della riserva di Ronchi, G.A., anch’esso proprietario in località Desene di un immobile adibito a seconda abitazione, anch'esso limitrofo alla strada. «Da tali controlli si è potuto notare questo cacciatore sparare liberamente in direzione della strada dall’interno della casa di abitazione. Si è quindi proceduto con il fermo, il sequestro del fucile calibro 12 e della selvaggina abbattuta, con la contestazione di 5 violazioni amministrative per una contravvenzione di circa duemila euro», aggiungono i forestali. Dal successivo controllo nelle abitazioni è emerso un fucile non dichiarato e munizioni, in gran numero e di tipologia vietata nell'attività venatoria: tutto sottoposto a sequestro. G.A. è stato condotto alla Stazione forestale di Borgo dove è stato denunciato all’autorità giudiziaria.

Non si ferma dunque il bracconaggio, ma non si ferma nemmeno l'attività di repressione «per fermare la piaga arrivata all’esasperazione se guardiamo a mezzi ed armi sequestrati durante le ultime operazioni, ma anche per garantire la sicurezza e dare una risposta concreta anche ai cacciatori corretti che esercitano l'attività venatoria con serietà rispettando le norme, i programmi di prelievo e soprattutto la dignità della preda» concludono gli agenti.

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