«Solo al comando? Ma mi hanno votato» / VIDEO

L’ex governatore Dellai alla presentazione del libro di Cattani: «Titolo caricaturale». L’autore: sapevo che l’avrebbe detto


di Paolo Morando


TRENTO. Sarebbe un peccato se della presentazione del nuovo libro di Piergiorgio Cattani, ieri nella stipatissima saletta dell’hotel Everest (con tra gli altri il sindaco Andreatta, diversi candidati e un significativo spaccato della politica trentina), restasse impresso solo il lungo elenco di accuse a Lorenzo Dellai. Sono venute (e argomentate con dovizia di particolari) dal direttore di Questotrentino Ettore Paris, al tavolo dei relatori assieme ai colleghi Alberto Faustini del Trentino e Marco Zeni di Vita Trentina: un Dellai in sostanza “vocato” a premiare la fedeltà più che la competenza, ha detto, con il risultato di una «complessiva perdita di credibilità» della Provincia. Ma arrivate anche da alcuni interventi del pubblico, in particolare sulla querelle classicamente elettorale dei debiti pubblici che Dellai lascia in eredità.

Un’accusa, quest’ultima, che ha avuto l’effetto di innervosire l’ex governatore («zero, zero, zero: quante volte devo ripeterlo?»), che per un’oretta ha dismesso i panni del candidato “montiano” a un seggio alla Camera abbandonando la campagna elettorale (o forse no, chissà) per rendere omaggio all’autore di “Solo al comando”, fresco di stampa per Curcu & Genovese. Che raccoglie appunto i suoi numerosi interventi sulle tre testate. Sarebbe un peccato perché lo sforzo di Cattani merita di più: non fosse altro per la preveggenza nel tratteggiare parabole politiche rapidamente sfiorite o ancora sottotraccia (i “gregari” del sottotitolo). Preveggenza di cui ha dato prova anche ieri, dopo che Dellai aveva detto di non riconoscersi in quel titolo, «scontato e caricaturale». Ed ecco allora Cattani estrarre un testo già scritto, in cui prevedeva che l’ex presidente avrebbe usato proprio quell’aggettivo, «caricaturale», per il titolo del libro.

L’incontro si è incentrato - non poteva essere altrimenti - sui 14 anni di leadership provinciale di Dellai. Che da parte sua l’ha giustificata facendo riferimento ai meccanismi della legge elettorale, all’elezione diretta, al processo irreversibile di personalizzazione della politica. Il che non implica, ha spiegato, che si debba tornare indietro: «Servono piuttosto contrappesi, rafforzando il Consiglio». Mentre la pubblica amministrazione provinciale «non ha mai avuto un atteggiamento di sudditanza nei miei confronti: il Trentino ha la fortuna di avere una burocrazia libera e indipendente, che è garanzia assoluta di imparzialità». E comunque, con uno scatto d’orgoglio, «il mio non è stato un percorso solitario come lascia intendere quel titolo: ho sempre avuto un consenso forte, e soprattutto non “acquistato”. E se c’è qualcuno che invece pensa il contrario, allora tanto vale chiudere qui la discussione». Dove l’orgoglio sfuma nel caratterino.

Sul titolo, la spiegazione dell’autore. Che si è ispirato alla celebre cronaca ciclistica di Mario Ferretti: «Un uomo solo è al comando, la sua maglia è biancoceleste, il suo nome è Fausto Coppi». Un Coppi invincibile come Dellai nella sua carriera politica. Almeno finora. Sullo sfondo, la questione irrisolta: e ora, senza il Principe, qui che cosa accadrà? Ed è giusto lasciare l’ultima parola ancora a Cattani: «Vanno trovati meccanismi che coinvolgano la gente nella scelta del futuro leader». Primarie dunque, non scelte prese dalle segreterie dei partiti: «Perché non possono essere sempre gli stessi a decidere per tutti».

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