Smith, l’azienda non molla gli esuberi rimangono 19

L’incontro di mercoledì tra la proprietà e l’assessore Olivi e di ieri con i sindacati non ha risolto nulla: martedì nuovo vertice per decidere il futuro dei lavoratori


di Marika Caumo


SCURELLE. L'ipotesi di part-time generalizzato per i lavoratori della Smith International si sta sempre più facendo concreta, ma nonostante ciò c’è anche l’altrettanto rischio che i loro sacrifici non servano a bloccare gli esuberi prospettati dall'azienda che potrebbero ridursi di appena di 2 unità: da 21 a 19. L'incontro di mercoledì con l'assessore Olivi non ha smosso le intenzioni della Smith International, che pur apprezzando l'interesse mostrato dalla Provincia ha deciso di proseguire con gli esuberi. Questo quanto emerso ieri mattina nelle stanze di Confindustria a Trento, dove si sono incontrate la proprietà della multinazionale texana, che in zona industriale a Scurelle produce punte diamantate per i sistemi di trivellazione petrolifera, nelle persone dell'ad Giuseppe Muzzi (arrivato dall'America), del direttore di stabilimento Sergio Bailoni e del responsabile del personale Mauro Marchi, e i sindacati, rappresentati da Franco Grasselli (Cgil), Luciano Remorini (Cisl) e Luciano Atanasio (Uil). con i rappresentanti Rsu Sandro Fedele, Nicola Casagrande e Mirco Boneccher. Detto ciò i sindacati non mollano tanto le parti si sono accordate per rivedersi al tavolo di confronto la settimana prossima. Sindacati e azienda si ritroveranno quindi martedì prossimo, 16 aprile, alle 13 sempre nella sede di Confindustria a Trento.

«L'incontro – spiega il segretario della Fiom Cgil del Trentino, Roberto Grasselli – è stato interlocutorio. Abbiamo illustrato nei dettagli la nostra proposta all'ad Muzzi. L'azienda però non ha sciolto le sue riserve sull'estensione del part-time nello stabilimento di Scurelle così da scongiurare i licenziamenti. I vertici di Smith International hanno chiesto altro tempo per valutare la praticabilità delle riduzioni volontarie di orario. Per noi è essenziale che l'azienda contragga sensibilmente gli esuberi annunciati. Debbono avere chiaro che per noi tagliare 30 posti di lavoro è inaccettabile».

Per riassumere gli eventi, nei mesi scorsi la proprietà aveva annunciato 29 esuberi, revocando poi il procedimento per aumentarlo a 30, di cui 20 del reparto produzione e 10 dei servizi (a cui fanno riferimento amministrazione, logistica, laboratori, magazzino). A questo punto i 79 dipendenti, da 3 anni in contratto di solidarietà dopo la cassa integrazione, avevano proposto tutti insieme di ridursi l'orario di lavoro e lo stipendio, piuttosto che vedere licenziare qualcuno. Dopo diversi incontri la direzione apre alla trattativa, dicendo si al part-time a 30 ore la settimana per i soli dipendenti della produzione, ma poi annuncia che in questo modo gli esuberi passano da 30 a 21 (12 per la produzione e 9 per i servizi). La cosa a questo punto non sta bene a dipendenti e sindacati, che proponendo il part-time e tenendo conto di uscite volontarie con incentivi, contavano di evitare licenziamenti. Quindi la settimana scorsa l'incontro con Olivi e la manifestazione a Trento. Ieri il nuovo incontro proprietà-sindacati. «Niente di nuovo né di buono. Calcolando che due ragazze sono in maternità, non si sono mossi - spiega un dipendente -. Vuol dire che l'intenzione è chiudere tutto nell'arco di qualche anno. Abbiamo chiesto se intendessero fare investimenti, ma ci hanno risposto di no. Da 4 anni lo stabilimento per metà è vuoto, le macchine sono state vendute. Ora manca un mese: il 18 scade la solidarietà e la gente è con l'acqua alla gola, ancora non sa cosa ne sarà del suo futuro. Mancano chiarezza e trasparenza».

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