Slot a fianco dell’Azienda sanitaria

Il paradosso: una nuova sala giochi (annessa al bar) aperta da poco nel complesso del Big Center di via Degasperi



TRENTO. Il pannello con lettere a caratteri cubitali non passa inosservato: «Centro per i Servizi Sanitari». Ma a guardare bene ce n’è un'altra, di insegna, più piccola, ma che colpisce, nello stesso complesso. Sulla destra, guardando in faccia l’entrata di via Degasperi del Centro: “Club vinco”. Altro non è che l’ennesima sala di slot machine, questa volta sotterranea, alla quale si accede scendendo una rampa di scale. E’ aperta da pochi mesi ed è gestita da chi si occupa del bar sovrastante, il “Mordi e fuggi”. Che è più che parco di parole, e ti squadra. «Sì, gestisco io, è aperta da qualche tempo, e ci rimarrà ancora per un bel po’». Altro non dice e si allontana. Le slot machine “entrano” in casa, sono sulla porta, di chi è chiamato a curare la ludopatia, malattia ormai riconosciuta dall’Organizzazione mondiale della sanità. Una piaga che miete vittime anche in tante famiglie trentine. Simbolicamente, la presenza di una sala vicino ad un Centro sanitario è un segnale forte. Certo, tutto regolare, ovviamente ogni carta sarà al suo posto. Non si è in vicinanza di scuole, anche se, nella parte alta di viale Verona, un’altra sala giochi è a un centinaio di metri di distanza in linea d’aria dal Sert (il servizio che cura le tossicodipendenze). Dall’Azienda sanitaria precisano: «No, quei locali non sono di nostra proprietà». E ci mancherebbe. La Provincia di Trento, come quella di Bolzano e altre realtà in tutta Italia, ha promosso e attuato un decreto che proibisce l’installazione di videopoker e slot machine nel raggio di 300 metri dai luoghi considerati sensibili. Ma a livello legislativo non pare sufficiente. Le direttive europee sulla libera concorrenza costituiscono infatti uno scoglio difficile da scavalcare e i ricorsi di bar e titolari gestori sono già sul tavolo, pronti a ribaltare qualsiasi proibizione. Il “Trentino” sta conducendo da tempo una campagna perché il consiglio provinciale approvi una nuova legge sul gioco d’azzardo. Gioco e giochi dai quali lo Stato, ma anche la Provincia di Trento, incassa ogni anno vagonate di euro in tasse. Finora, per sostenere la legge, il nostro giornale ha raccolto oltre 4300 firme che, insieme ad altre, per complessive 6000, sono state consegnate nei giorni scorsi al Commissario del governo. Numerosi coupon di appoggio all’iniziativa arrivano ogni giorno in redazione. E’ dei giorni scorsi una marcia per le vie del centro organizzata dall’associazione Ama (Auto mutuo aiuto) con il nostro giornale. Nella sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, in via Garibaldi, è aperta una mostra interattiva che svela gli inganni del gioco d’azzardo. Secondo gli ultimi dati si stima che in provincia di Trento i soggetti dipendenti dal gioco siano quasi 7300 e altrettanti quelli a basso rischio, in un età compresa tra 15 e 64 anni. La ludopatia colpisce soprattutto chi è senza lavoro. E spera nella fortuna per risolvere la propria crisi economica.

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