Si finge cuoco per rubare Ladro seriale in città 

L’uomo è stato denunciato dal titolare del bar Fiorentina di via Calepina  «Cercava lavoro, come accaduto al Simposio, poi è sparito con il mio cellulare»



TRENTO. Sarebbe un ladro seriale, il quarantenne che si aggira a Trento chiedendo lavoro nei locali per poi rubare quel che gli capita a tiro e sparire. È successo al Simposio, era successo qualche settimana fa anche al bar Fiorentina, in via Calepina. «Stesso modus operandi» dice il titolare dell’esercizio Marco Antonucci. «Avevo messo un annuncio, cercavo un cuoco. Il 13 ottobre si presenta questo signore. Ero troppo impegnato al momento, gli ho chiesto di passare un paio di giorni dopo, lunedì pomeriggio, alle 14. Aveva detto di essere compaesano di mia mamma, in Puglia. Si è presentato all’appuntamento come richiesto, ci siamo spostati in cucina per parlare. Un grande oratore, davvero. Mi ha parlato di sé, delle proprie esperienze. Il curriculum però era pessimo, rispetto ai suoi racconti. Certo, c’erano i locali dove diceva di aver lavorato, esperienze all’estero, ma non documentabili. Un ristorante in Portogallo, uno in Germania, un altro in Belgio. Nessuno di questi però aveva un numero di telefono per verificare, eventualmente, la bontà di quanto affermato dall’aspirante cuoco nel mio locale. Di questo particolare mi sono accorto in seguito. Ad un certo punto è arrivata una comanda in cucina. L’uomo mi ha detto “Marco, fai la comanda tranquillamente, io ti aspetto fuori. Mi fumo una sigaretta”» . A questo punto il quarantenne esce dalla cucina, prende lo zaino che aveva lasciato dietro il bancone e se ne va, mentre Marco prosegue il suo lavoro. «Cinque minuti dopo sono uscito per cercarlo -prosegue Marco- la barista mi aveva detto però che se ne era andato. Mi rendo conto che mi era sparito il cellulare. Lo avevo appoggiato in cucina. In quella stanza c’eravamo solo noi due». Dagli accessi in WhatsApp risultano evidenti i tempi di utilizzo del cellulare che poi sarebbe risultato inesorabilmente spento. «Non c’erano dubbi. Dagli accessi era chiaro che era stato lui». È scattata la denuncia. Il presunto ladro, origini meridionali, vivrebbe a Rovereto e sarebbe noto alle forze dell’ordine, secondo indiscrezioni. «Mi aveva anche detto di avere in ballo un’ altra proposta di lavoro, all’estero. Vorrei mettere in guardia colleghi e ristoratori della zona e li invito anche a contattarmi privatamente. È evidente che il suo modus operandi è quello di catturare l’attenzione di chi è alla ricerca di personale per fargli abbassare la guardia e poi creare un danno. Nel mio caso è stato di pochi euro, ma i problemi che il furto del cellulare mi ha creato sono stati molti. Per me è uno strumento di lavoro. Ho perso tutta la rubrica e i contatti dell’ultimo mesi di lavoro». (f.q.)















Scuola & Ricerca

In primo piano