FISCO

Sgravi Irpef alle fasce più deboli riguarderanno 90 mila trentini

Reddito fino a 15 mila euro e 0,73% di riduzione, agevolazioni estese anche a pensionati e autonomi Minor gettito di 7 milioni invece di 14. Olivi: useremo il resto per la coesione sociale. Ok dei sindacati



TRENTO. Per il momento si tratta “solo” di un disegno di legge, che ora dovrà affrontare l’iter consiliare. Ma la giunta è più che intenzionata a chiedere al presidente dell’assemblea Dorigatti una corsia preferenziale, vista la rilevanza del tema. Che segna anche, dettaglio non secondario, una scelta politica altrettanto rilevante nei rapporti interni tra il Pd e il presidente Ugo Rossi, da leggere alla luce delle recenti frizioni sul caso La Vis. Il risultato è comunque chiaro: dalla giunta ieri è arrivato il via libera alla rimodulazione degli sgravi Irpef, orientando le risorse in direzione di fasce sociali maggiormente svantaggiate: verrà infatti ristretta la platea ai soggetti economicamente più fragili, quelli sotto i 15 mila euro annui di reddito, mentre la soglia individuata dal governo era di 28 mila (da circa 200 mila trentini quindi a 90 mila), aumentando al tempo stesso l’agevolazione attraverso un innalzamento dell'aliquota, dallo 0,33 allo 0,73 per cento. In tal modo, i soggetti beneficiari applicheranno un’aliquota dello 0,50% in luogo di quella nazionale dell'1,23%.

Di questa agevolazione beneficeranno anche le categorie di persone escluse dal cosiddetto “bonus Renzi” (pensionati e lavoratori autonomi). Alle persone con reddito imponibile superiore a questa soglia viene applicata l’aliquota nazionale su tutto il reddito imponibile. Il disegno di legge approvato ieri dalla giunta consta di un solo articolo di modifica dell’assestamento del bilancio provinciale 2014 e pluriennale 2014-2016 in materia di addizionale regionale all’Irpef. I benefici delle agevolazioni provinciali, questa l’idea di fondo, vengono dunque circoscritti a chi, in ragione all’esiguità del reddito, può trarne un concreto beneficio. Il che permetterà anche una minore incidenza sui bilanci provinciali: l’effetto combinato dell’innalzamento dello sgravio e dell’abbassamento della soglia massima di reddito per beneficiarne, infatti, si concretizzerà in un minor gettito per la Provincia di circa 7 milioni di euro, cioè la metà dei 14 originariamente previsti e contabilizzati nel fondo per la riduzione della pressione fiscale.

Gli altri 7, ha spiegato il vicepresidente Alessandro Olivi con una certa soddisfazione, potranno così essere utilizzati per altri interventi in materia di coesione sociale e rilancio dell’occupazione. Soddisfatti i sindacati. Per Paolo Burli (Cgil), Lorenzo Pomini (Cisl) e Walter Alotti (Uil) «le modifiche vanno nella giusta direzione perché concentrano gli effetti dell'intervento sui redditi bassi e includono le pensioni più povere che non venivano agevolate dal bonus fiscale introdotto dal Governo Renzi.

Considerato però che a livello nazionale con la legge di stabilità dovrebbero essere estesi ad incapienti, pensionati e lavoratori autonomi gli 80 euro di sconto Irpef previsti oggi solo per i lavoratori dipendenti, chiediamo che l'intervento provinciale valga solo per l'anno in corso. Inoltre, ci pare sensato che le risorse non più destinate a questo provvedimento rispetto alle previsioni di bilancio, circa 7 milioni di euro, vengano stornate strutturalmente a favore del sostegno all'occupazione dei giovani e delle politiche attive del lavoro per la riqualificazione e il ricollocamento delle lavoratrici e dei lavoratori licenziati a causa della crisi economica».













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