Sgomberato il rifugio dei senzatetto

E l'ex casello ferroviario abbandonato alla Baldresca viene occupato


Giancarlo Rudari


ROVERETO. Una città sommersa che di tanto in tanto emerge. E' quella dei diseredati, dei disperati, di chi va alla ricerca di un posto abbandonato dove costruire il proprio rifugio. Ma è anche la città che, quando le viene proposto, rifiuta l'ospitalità in strutture organizzate tanto da andare di nuovo, una volta allontanata dal proprio rifugio, alla ricerca di uno spazio "libero" pur vivendo in condizioni precarie. Ed è quanto hanno scoperto i vigili urbani impegnati ieri in uno dei tanti controlli negli edifici abbandonati lungo la statale e la ferrovia.

L'intervento di ieri ha permesso di individuare quattro persone, tutti adulti, che vivevano tra le rovine dell'ex stabilimento Xilos tra la strada statale e la zona del cimitero di San Marco. Dei quattro che avevano passato la notte su materassi lerci tra la sporcizia e le rovine dell'edificio due erano clandestini: sono stati accompagnati in questura a Trento in attesa probabilmente di essere espulsi. Gli altri due, invece, in regola con i permessi si sono allontanati volontariamente rifiutando la possibilità di essere ospitati in strutture per stranieri.

Erano da poco passate le otto di mattina quando una squadra di vigili urbani con il comandante Marco D'Arcangelo (e il supporto di polizia e carabinieri), i vigili del fuoco e alcuni operai di Dolomiti energia hanno fatto irruzione dell'edificio dopo alcune segnalazioni sulla presenza di persone che vi si erano accampate. I quattro si erano ricavati uno spazio all'interno dell'ex Xilos, dopo aver forzato i lucchetti messi in seguito a precedenti sgomberi: materassi lerci, rifiuti sparsi dappertutto, avanzi di cibo, vestiti sporchi. Insomma, una situazione invibile: sgomberati i quattro extracomunitari e ripulita l'area che, c'è da scommetterci, tra qualche tempo tornerà di nuovo occupata.

Così come è stato occupato il piccolo edificio abbandonato del casellante al passaggio a livello ferroviario, ora chiuso, alla Baldresca. Panni stesi ad asciugare, una bacinella con calzini in ammollo, una bicicletta appoggiata alla recinzione... Tutto lascia pensare, nonostante non si sentano voci, che anche quel minuscolo spazio sia diventato il rifugio di qualche disperato destinato ad essere allontanato anche da lì.













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