«Sfiliamo con l’adunata di Trento 2018 nel cuore»

I nostri alpini hanno sfilato poco dopo le 17 a Pordenone: eccoli in foto. Il presidente Pinamonti ribadisce l’obiettivo: «Abbiamo le carte in regola per il 2018»


di Roberto Gerola


TRENTO. Gli “ultimi” saranno a Pordenone oggi. Tanto la sfilata inizia alle 17 (per i trentini) e c’è tutto il tempo per organizzarsi. Ma i più ci sono tutti e perfettamente organizzati da giorni nei vari accampamenti e appezzamenti predisposti nella periferia di Pordenone, ma anche in aree decisamente vicine e facilmente accessibili. Venerdì, il sempre emozionante arrivo della Bandiera di Guerra che quest’anno è della “Julia” , una Brigata eroica per la tragica ritirata di Russia, ma anche piena di ricordi per i trentini. Molti infatti furono “di leva” sotto il simbolo dell’aquila, e soggiornarono mesi in qualche caserma del Friuli. Bandiera di Guerra alla quale sono stati resi gli onori militari dagli alpini in armi, dai massimi dirigenti dell’Ana nazionale, presidente Sebastiano Favero in testa e via via i presidenti di Sezione. Maurizio Pinamonti è a Pordenone da venerdì mattina insieme a Roberto Bertuol, l’alpino trentino consigliere nazionale. E ancora una volta, Pinamonti è impegnato a tessere la tela per ottenere l’Adunata nazionale “trentina” fra quattro anni, per suggellare quell’Unità d’Italia negata quasi mezzo secolo prima quanto l’esercito italiano era alle porte di Trento proveniente dalla Valsugana e Garibaldi era a Bezzecca.

«Abbiamo tutte le carte in regola - ha ripetuto ieri Pinamonti - per avere l’Adunata nel 2018: l’evento storico più importante della Grande Guerra, la logistica, la struttura organizzativa, l’esperienza, e poi migliaia di alpini e amici entusiasti». Ma le sue considerazioni si spostano a Pordenone. «Anche in questi giorni, le nostre migliaia di alpini trentini sono qui a Pordenone, con particolare entusiasmo, consapevoli che ognuno di loro e con la propria presenza, sta contribuendo a raggiungere l’obiettivo. L’abbiamo nel cuore l’Adunata 2018, così come Trieste ebbe nel cuore quella del 1955».

Ancora una volta, ci parlano di massima disponibilità. È il caso di Armando Bernardi, consigliere sezionale che con altre penne nere della Bassa Valsugana è stato invitato (ieri sera) a una breve cerimonia in onore dei caduti di Prata, una località a sei chilometri da Pordenone. I valsuganotti hanno aderito volentieri e sono stati tutti invitati a cena con l’assicurazione che poi sarebbero stati portati all’accampamento in centro città con i pulmini della locale società sportiva. «Disponibilità massima, quindi - dice Bernardi -, che abbiamo molto apprezzato. Con loro parteciperemo alla cerimonia e quindi saremo a cena sempre con loro. Faremo amicizia e questo è quello che conta. Tra alpini, è importante».

Entusiasta anche Giorgio Nicolini, capogruppo delle penne nere di Trento Sud: «Siamo al campo fiera - dice -: saremo qua in cinque alpini provenienti da tutt’Italia. Dove siamo noi, sono a disposizione 800 brande. Tutte occupate naturalmente. Abbiamo girato per le vie centro, visitato alcuni musei e partecipato alla messa nel pomeriggio. Un’atmosfera entusiasmante».

È certo che le penne nere trentine sfileranno oggi con il pensiero al 2018. E l’euforia è alle stelle per quella data – simbolo, ma anche perché si trovano tutti insieme all’Adunata, il giorno più bello per gli alpini che “pensano alpino”, che “agiscono da alpino”, che portano avanti i “principi e i “valori alpini”.

Oggi vedranno sfilare 94 bandiere tricolori a ricordo degli altrettanti anni di attività della Sezione Ana Trento, alla quale migliaia di penne nere hanno reso onore lavorando, impegnandosi, per i trenini, ma non solo, recandosi a prestare la loro opera anche in terre lontane come ad Haiti e sempre in nome della solidarietà. Il pensiero è quello anche in un momento di festa come oggi. L’ammassamento per inquadrarsi agli “ordini” dei responsabili del servizio, poi via attenti a non sbagliare il passo cadenzato dai tamburi delle fanfare. Il momento emozionante è quando si transita davanti alla folla che applaude. E svanisce la fatica di tante giornate di lavoro gratuito.













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