Servizio civile «made in Trentino»

I progetti bloccati da Roma potranno essere avviati dalla Provincia


Jacopo Tomasi


TRENTO. Rivoluzione in vista per il Servizio civile in Trentino. Oggi la giunta provinciale approverà due delibere che, di fatto, lo renderanno indipendente da quello nazionale. Una decisione presa per tutelare una realtà in espansione dai tagli di Roma. Nel 2003, infatti, i giovani che avevano scelto questa opportunità erano stati 12, negli ultimi 4 anni si sono raggiunte le 200 unità. A causa delle poche risorse messe a disposizione dallo Stato, però, alla fine del 2010 sono stati avviati al Servizio civile nazionale solo 80 ragazzi trentini, nonostante gli enti accreditati ne avessero richiesti almeno 200 per attivare i progetti approvati. Per motivi finanziari diverse iniziative sono rimaste in stand-by. Questo è uno dei motivi che ha spinto la Provincia di Trento, che dal 2007 ha una legge provinciale in materia di Servizio civile, a fare un ulteriore passaggio per avere maggiore autonomia rispetto a Roma. Attualmente, infatti, il Servizio civile provinciale prevede progetti di 2 mesi di avvicinamento al Servizio civile nazionale, oppure un prolungamento di altri 6 mesi al termine dell'esperienza statale che dura 12 mesi. Con l'approvazione della delibera, discussa oggi, si istituirà per la prima volta la possibilità di attivare progetti di 12 mesi attraverso il Servizio civile provinciale. Per non entrare in concorrenza con Roma, la retribuzione mensile dei giovani sarà identica: 433,80 euro. «Questo provvedimento - spiega Sara Guelmi, dirigente del Servizio civile provinciale - ci permette di tutelare lo sforzo fatto in questi anni da parte degli enti per avere un sistema di qualità». L'orientamento del governo nazionale, a causa della carenza di risorse, sembrerebbe essere quello di riportare a Roma anche la valutazione dei singoli progetti. Iniziativa che avrebbe messo a rischio molte attività avviate in Trentino. Così la Provincia ha giocato d'anticipo rendendo "autonomo" e "indipendente" il Servizio civile provinciale da quello nazionale. Con questo passaggio è probabile che entro i mesi di aprile e maggio vengano attivati quei progetti bloccati a fine 2010, avviando quindi al Servizio civile altri 120 giovani. Per fare domanda bisogna avere tra i 18 ed i 28 anni e in Trentino non esiste il vincolo della cittadinanza. Nella nostra provincia viene data un'opportunità anche a cittadini immigrati purché siano in regola col permesso di soggiorno, abbiano almeno 2 anni di residenza in Trentino e una conoscenza adeguata della lingua italiana. Rispetto al resto d'Italia il Servizio civile provinciale è all'avanguardia. Gli enti accreditati - tutti no profit - sono 139: il 61% privati, il 39% pubblici (Comuni, Musei, Parchi, Università, istituti scolastici, Azienda sanitaria). Uno degli obiettivi della rivoluzione è anche quello di trovare, sul territorio, forme di finanziamento diverse. Si ipotizzano operazioni di fund raising, compartecipazione degli enti, "donazioni" di privati e associazioni. «Questo sistema - conclude Guelmi - ci permetterà di essere più vicini alla comunità e alle esigenze del territorio senza perdere la filosofia che contraddistingue».

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