Segnaletica, oggi scade la diffida di FittoDurnwalder: avviato dialogo tra Cai e Avs

Dal ministero per i Rapporti con le regioni fanno sapere che in questi due mesi la situazione è stata sempre monitorata e che il ministro avrà modo di spiegare i suoi nuovi intendimenti non appena sarà scaduto il termine dei 60 giorni posto dal Consiglio dei ministri


Maurizio Dallago


BOLZANO. Scade oggi l'ultimatum del governo alla Provincia in merito alla segnaletica di montagna monolingue. Il presidente Durnwalder sottolinea di non aver mai ricevuto risposta alla lettera inviata al ministro Fitto con la quale si ribadiva la volontà di Palazzo Widmann di trovare un accordo, «mettendo intorno ad un tavolo il Cai e l'Alpenverein alla ricerca di una soluzione condivisa». Intanto il presidente del Cai Alto Adige sottolinea di «essere sempre pronto al dialogo con l'Avs». «Con Georg Simeoni (presidente Avs, ndr) ci siamo visti di recente e l'obiettivo è quello di giungere ad una soluzione che vada bene a tutti», così Giuseppe Broggi. Dal ministero per i Rapporti con le regioni fanno sapere che in questi due mesi la situazione è stata sempre monitorata e che il ministro avrà modo di spiegare i suoi nuovi intendimenti non appena sarà scaduto il termine dei 60 giorni posto dal Consiglio dei ministri. Intanto il senatore Sergio Divina (Lega Nord) rilancia l'idea dei pittogrammi accanto ai nomi di luogo, dopo un incontro con lo stesso Simeoni.
Era il 22 luglio scorso quando Palazzo Chigi aveva diffidato la Provincia a sostituire i 36 mila cartelli esistenti nella versione monolingue tedesca. Un termine perentorio di 60 giorni, altrimenti sarebbe stato attivato il potere sostitutivo previsto dell'art. 120 della Costituzione: in pratica il governo si sarebbe sostituito alla Provincia nel ripristinare segnali bilingui. La decisione del Consiglio dei ministri era arrivata dopo alcuni mesi di confronto tra Roma e Bolzano sui segnali monolingui installati in gran parte dall'Alpenverein. «L'intenso lavoro finalizzato alla stipula di un'intesa tra governo e Provincia non ha sortito gli effetti sperati, affinché fosse ripristinata una corretta applicazione del principio del bilinguismo», così, allora, il ministro Raffaele Fitto. Nel frattempo la giunta provinciale ha emenato le linee guida per la segnaletica di montagna, inviate a Cai, Avs, Comuni e associazioni turistiche. Le medesime linee guida dovrebbero servire - chiarisce Luis Durnwalder - per la soluzione del problema della segnaletica esistente su cui Fitto attende una risposta. Il presidente della Provincia ha invitato le due associazioni «a sedersi a un tavolo e trovare dei criteri comuni per la segnaletica di montagna». Secondo Palazzo Widmann si dovrebbe fare una distinzione tra terreni pubblici e privati. Nel primo caso varrebbe il criterio dell'obbligo del bilinguismo nell'indicazione dei comuni, dei comuni catastali e delle indicazioni come sentiero, malga, rifugio o fiume. Per il nome del toponimo, «in attesa di una legge provinciale che possa fare definitivamente chiarezza, ci si potrà affidare alle denominazioni storiche e a quelle di uso comune tra la popolazione», ancora Durnwalder. La giunta ha confermato poi l'appoggio all'utilizzo di pittogrammi al posto delle diciture generiche. Sui cartelli contestati, questa l'indicazione uscita da Palazzo Widmann: «La segnaletica che non rispetta i parametri fissati dall'esecutivo dovrà essere sostituita rispettando una tempistica dettata dalle possibilità e dal buon senso».
Nelle settimane scorse il Cai ha consegnato al Commissariato del governo un elenco di 2775 nomi bilingui ritenuti indispensabili per la segnaletica di montagna. A questo punto la palla passa a Palazzo Chigi. Il ministro Fitto dovrà chiarire se è soddisfatto o meno della risposta avuta dalla Provincia. «In queste ultime settimane il dialogo in merito alla toponomastica mi sembra più sereno», sottolinea anche l'assessore provinciale Christian Tommasini.

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