"Se non ora quando": migliaia di donne in piazza a Trento contro Berlusconi

In piazza donne di ogni età, ma anche molti uomini. Striscioni e slogan sono stati intonati contro Berlusconi ma - più in generale - contro un modo definito «inaccettabile» di strumentalizzare il corpo della donna


Sandra Mattei


TRENTO. E’ stata una partecipazione colorata, gioiosa e trasversale, come era nelle intenzioni delle organizzatrici, riunite sotto lo slogan «Se non ora quando?», per ribadire la dignità delle donne e l’indignazione sull’uso dell’immagine e del corpo femminile emerso dalla vicenda Ruby. Duemila, ma c’è chi azzarda cinquemila. Piazza Battisti ieri alle ore 17 era piena, tanto che era difficile muoversi e raggiungere il palco allestito per letture, momenti teatrali e musicali. La piazza si è infiammata per le canzoni e le parole, ma soprattutto al termine, al grido «di-mis-sioni».
C’erano le donne, certo. Quelle che hanno organizzato la mobilitazione, aderenti al comitato «Se non ora quando?», che ha coinvolto più di 200 città in tutta Italia e nel mondo. Ma c’erano anche tantissimi uomini, al fianco delle loro mogli, compagne, figlie e tantissimi giovani.
La mobilitazione che ha visto crescere di giorno in giorno le adesioni, le associazioni, i partiti attraverso il tam tam della rete, è stata come nelle intenzioni delle organizzatrici priva di sigle politiche, ma proprio per questo ancor più fantasiosa.
La creatività è stata protagonista degli interventi che si sono alternati sul palco, ma soprattutto la protagonista dei tanti cartelli, striscioni, mascheramenti della folla che ha riempito la piazza. La nota stonata, a proposito di striscioni, è stata la scritta provocatoria apparsa sulla sede del Pdl, «Prima femministe, poi moraliste», oltretutto sgrammaticata con un «femmiste».
Le organizzatrici, tra quelle in prima fila Donata Borgonovo Re, Sara Ferrari, Milena Di Camillo, il Coordinamento delle Donne, non si aspettavano tanto partecipazione. Tanto che il palco è stato posto a livello strada, con un’amplificazione insufficiente, che ha penalizzato la manifestazione.
Donata Borgonovo Re ammette che c’è stata forse una sottovalutazione, che sarebbe stato meglio prendersi piazza Fiera, tanto più che in piazza Battisti si doveva tenere il volume basso per la «Carmen», rappresentata in contemporanea al Teatro Sociale. Ma se la partecipazione è stata superiore alle aspettative, questo non può che far piacere. In piazza si è visto di tutto: intere comitive di studentesse, che arrivavano anche da fuori città (un gruppo di Rovereto mostrava lo striscione «Non saremo mai veline»), uomini, famiglie, nonne. Tutti desiderosi di manifestare l’indignazione per una cultura che offende le donne, le usa come merce di scambio per affermare un potere basato sulla bellezza e l’apparenza a tutti i costi e non sul merito. Sul palco si sono alternate le attrici della Bottega Buffa Circo Vacant, che hanno proposto uno spettacolo di musica popolare, la giovane cantautrice Maria Devigili, una gran voce e tanta carica, nonna Renata Ricci, tra le più applaudite per la bellezza dei suoi 89 anni, il gruppo dei 4 Ward, che hanno proposto cover dei gruppi rock. Il tutto intervallato da letture: Donata Borgonovo Re ha citato, a proposito del rigore che dovrebbe essere necessaria per una carica politica, il caso di Albertina Pistolesi, consigliere comunale del Pci nel ’46 a Firenze, che si era opposta al fatto che il marito lavorasse come giardiniere in Comune. La nonna Renata Ricci che ha letto una filastrocca dove si dice, tra l’altro «qualcosa accade se fai qualcosa, niente accade se non fai niente...», è stata accolta da un’ovazione. Alla nostra domanda sul perché partecipare alla manifestazione, ha risposto: «Perché sono sempre stata in prima linea».













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