Scoppia la battaglia sulla «Translagorai» 

I puristi della montagna contestano un progetto di trekking che vorrebbe essere “sostenibile”. Ecco cosa c’è sotto


di Andrea Selva


TRENTO. Chi avrebbe mai immaginato la sollevazione dei puristi del Lagorai (sul cui carro sono saltati vari candidati alle elezioni) di fronte al progetto di valorizzazione del trekking Translagorai? Si tratta di un piano approvato in agosto dalla Provincia in accordo con la Magnifica Comunità di Fiemme, con vari Comuni di Fiemme e Valsugana ma con l’appoggio anche della Sat e dal Parco naturale di Paneveggio. Lo scontro è entrato nel vivo negli ultimi giorni, con la creazione del gruppo “Giù le mani dal Lagorai” che su Facebook ha raggiunto oltre 13 mila iscritti (molti in realtà iscritti d’ufficio a “loro insaputa” altri semplicemente interessati ad approfondire la questione) e con l’attore Andrea Castelli che in un video in cui mette in gioco tutto il suo carisma accusa gli amministratori pubblici (il progetto non prevede il coinvolgimento di privati) di essere “ vampiri” a caccia di denaro. Una vicenda che merita di essere approfondita punto per punto.

L’obiettivo?

L’idea è quella di realizzare una serie di punti d’appoggio e di garantire un tracciato e una segnaletica adeguata agli escursionisti che vogliono affrontare la traversata del Lagorai dalla Panarotta a San Martino di Castrozza (o viceversa) attraverso circa 90 chilometri di natura incontaminata. Si tratta di un percorso che richiede circa una settimana di cammino e che - sostengono i promotori del progetto - potrebbe essere affascinante per gli amanti dei grandi trekking.

I punti tappa

Nel progetto sono state individuate alcune strutture già esistenti che - opportunamente ristrutturate - potrebbero servire come punti tappa. Si tratta di sette edifici, tra baite e malghe, che potrebbero ospitare 15-20 escursionisti per la notte. La spesa complessiva per la ristrutturazione è di circa 3 milioni di euro e l’intervento più importante è quello per la ristrutturazione di Malga Lagorai (700 mila euro).

I protagonisti

La Provincia ha deciso di finanziare il progetto e i beneficiari sono i proprietari delle strutture che hanno sostenuto l’accordo: la Magnifica Comunità di Fiemme, i Comuni di Canal San Bovo, Telve, Scurelle e Ziano e il Parco di Paneveggio che saranno chiamati a compartecipare alle spese. Il piano complessivo prevede una spesa di circa 3,6 milioni di euro che comprendono investimenti per ampliare la rete di telefonia cellulare, la manutenzione dei sentieri e la comunicazione del progetto che tra i sostenitori ha anche la Sat e le Apt di Fiemme, Valsugana e San Martino.

Le contestazioni

“Giù le mani dal Lagorai” è l’appello che sta riscuotendo successo in internet, lanciato da Alessandro Ghezzer (già cameraman di Girovagando in Trentino) e grande amante dei paesaggi “canadesi” del Lagorai. La critica al progetto è quella di nascondere in realtà una speculazione edilizia (con la realizzazione di ristoranti e rifugi in quota), di aprire la porta alla realizzazione di nuove infrastrutture e di fare gli interessi degli impiantisti dell’Alpe Cermis, che è una delle porte d’accesso alla Translagorai. Dal gruppo è partito anche un appello a tutte le sezioni della Sat perché (come ha già fatto la Sat Caré Alto guidata da Matteo Motter) prendano le distanze dalla Sat centrale (che sul tema sta effettuando un approfondimento).

La replica

Gli amministratori dei Comuni interessati sono rimasti allibiti dalle prese di posizione pubblicate su internet. Per loro parla l’assessore Mauro Gilmozzi: «Si tratta di una visione sostenibile della montagna, che non vuole però essere patrimonio esclusivo di pochi. Le risorse in gioco sono molto limitate e il recupero si riferisce a strutture esistenti che (è vero) richiedono una deviazione dal tracciato, ma non c’erano alternative. Interessi economici? Non ci sono privati di mezzo e la “folla” che può ruotare attorno a queste strutture è così limitata che per la gestione speriamo che se ne occupino i pastori, altro che speculazione. È un tema importante che merita di essere affrontato fuori dalla campagna elettorale».













Scuola & Ricerca

In primo piano