Scontro con la Provincia per 20 euro di rimborso

Un professore del Filzi, pendolare da Trento a Rovereto, si è rivolto al Codacons per riottenere il proprio abbonamento dei treni. Ma il braccio di ferro continua



ROVERETO. Braccio di ferro fra un professore-pendolare del liceo psico-pedagogico e la Provincia. Per venti euro di rimborso. Succede a Rovereto ed è una storia quantomai curiosa che parla di abbonamenti, treni, ritardi e rimborsi. Il protagonista della vicenda ha deciso di affidarsi al comitato di tutela dei consumatori - il Codacons - per individuare la strada migliore per risolvere la questione. Per settembre, con la riapertura delle scuole, il docente si augura che tutto sia risolto, in maniera pacifica. Altrimenti come pendolare dovrà studiare una soluzione alternativa alla ferrovia e ai mezzi pubblici.

Un passo indietro. Nel dicembre 2010, la Provincia sottoscrive un accordo con Trenitalia (con delibera provinciale del 23 dicembre 2010) nel quale vengono inserite delle penali in caso di ritardi o disservizi. «Danno diritto ad ottenere un bonus di rimborso di 10 euro, a titolo di indennizzo, purché i treni superino una certa soglia di ritardo, stabilita di mese in mese fra Provincia e Trenitalia -spiega Sofia Delaiti dello studio legale Canestrini - gli utenti hanno diritto al rimborso purché autodichiarino l’utilizzo dell’abbonamento settimanale o mensile dei mezzi urbani o del treno». Oltre all’autodichiarazione, l’utente deve sottoscrivere un modulo, dove l’utente ammette di aver obliterato il badge dell’abbonamento almeno dieci volte in un mese. «Non si capisce se sono dieci obliterazioni fra andata e ritorno», spiega ancora il legale che segue la pratica del professore. Il nostro malaugurato utente, che si è rivolto al Codacons, ha compilato l’autocertificazione, poi il modulo e ha ottenuto per due volte il rimborso, pari a venti euro. A campione, la Provincia effettua una verifica incrociata. Si accorgono che il professore non aveva obliterato per dieci volte in un mese il suo abbonamento. A questo punto, la Provincia chiede la restituzione dei 20 euro. E al nostro monta la bile. Scrive a Trenitalia e in Provincia, spiegando che non si sente in obbligo di restituire i due buoni da dieci euro l’uno. La Provincia risponde, in sostanza: «O lei mi restituisce i venti euro, oppure le disabilito la tessera dell’abbonamento». Il professore, alle prese con questa vicenda da un anno, torna ancora da Codacons, che diffida la Provincia a mettere in atto «l’iniziativa a carattere arbitrario». Ma, di tutto avviso, il professore riceve una raccomandata che l’avverte della disabilitazione della tessera, «finché non restituirà i venti euro». Ora il braccio di ferro è in corso. E si attendono sviluppi.(n.f.)

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