Savona: «La pista trentina? E’ una ipotesi azzardata»

Il direttore di Transcrime è prudente: «Troppo presto per parlare di terrorismo e non vanno criminalizzati né Finmeccanica, né gli anarchici roveretani»


di Sandra Mattei


TRENTO. La “pista” trentina, emersa dalla rivendicazione anarchica dell’attentato a Roberto Adinolfi di Ansaldo Nucleare, induce commenti più di prudenza che di preoccupazione. Come riportato ieri dal Trentino, il volantino del Nucleo Olga/ Fai (Federazione anarchica informale) riprenderebbe pari pari alcuni passaggi contenuti nel libretto «Finmeccanica a Rovereto - Una piovra artificiale», uscito un anno fa, in occasione della manifestazione anarchica contro Manifattura Domani. In sintesi, gli anarchici roveretani individuavano come obiettivo Manifattura Domani, in quanto collegata a Finmeccanica, così come altri istituti di ricerca come la Fbk, Trento Rise (Research innovation & education system) e la stessa Università di Trento. Abbiamo chiesto a Ernesto Ugo Savona, direttore di Transcrime, un commento.

Professore Savona, come giudica l’ipotesi di un collegamento con il Trentino dell’attentato di Genova?

Sinceramente, ho avuto a che fare con gli anarchici roveretani, in occasione della presentazione del Rapporto sicurezza in Vallagarina, ma mi sembra improbabile che ci sia un qualche rapporto con questa ultima sigla della galassia anarchica. E, per quanto l’episodio sia grave, sarei prudente a dare per scontato che l’attacco sia a Finmeccanica e che ne seguiranno degli altri.

Eppure, anche il ministro dell’Interno Cancellieri ieri ha dichiarato di giudicare attendibile la rivendicazione e di dover valutare anche l’uso dell’esercito per la difesa di obiettivi sensibili.

Io ripeto però che bisogna essere prudenti prima di affermare che c’è il rischio del ritorno al terrorismo. È vero che la crisi economica può coagulare malcontento e sfociare nella violenza, ma prima di invocare l’esercito ci andrei cauto, perché ci vuole anche più chiarezza sugli obiettivi a rischio. Lo stesso atteggiamento però, consiglierei anche a chi ha collegamenti con Finmeccanica.

In che senso?

Nel senso che non è scontato che Finmeccanica sia l’obiettivo principale e in ogni caso non è giusto prendere le distanze, dicendo che non si ha niente a che fare, visto che è una grossa impresa che lavora nelle tecnologie avanzate, nei trasporti, nella difesa. E poi la mappa dell’anarchismo italiano è molto complicata, contiene dinamiche e gruppi diversi. E prima di parlare di emergenza terrorismo, ce ne vuole: un lampo non è una luce e spero che si tratti di quattro giovanotti farneticanti.

Come muoversi allora?

Concluderei dicendo che non è il caso di criminalizzare Finmeccanica, ma nemmeno gli anarchici di Rovereto.

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