Sativa, sì allo spostamento delle lavorazioni alla Vela

L’assessora Ferrari: «Molti i benefici: allontanare le polveri dalla sede del Cla soddisfare le richieste della Circoscrizione e concentrare l’attività aziendale»


di Luca Marognoli


TRENTO. Lo spostamento delle lavorazioni dall'impianto di fondovalle in località Maso Visintainer alla Vela. Questa la soluzione che si prospetta, e che il Comune condivide, per consentire la ripresa dell'attività della Sativa, a Piedicastello.

La società, che si occupa di gestione e stoccaggio di rifiuti provenienti principalmente da costruzioni e demolizioni, ha presentato in Provincia, presso la Sava (Servizio autorizzazioni e valutazioni ambientali) la richiesta di poter dislocare le attività che venivano svolte prima del sequestro, risalente al 2007. All'epoca la ditta portava gli inerti all'impianto di fondovalle e li lavorava in loco (selezionando il materiale riciclabile da recuperare e facendo le triturazioni del rimanente) per poi trasferirli in discarica - a Sardagna - a mezzo teleferica.

«Noi abbiamo richiesto che la lavorazione venga spostata alla Vela, vicino al Rigotti, dove la Sativa svolge già l'attività di riciclaggio degli inerti», spiega l'assessora all'ambiente Marika Ferrari. «I benefici sarebbero molteplici: tutelare il Cla (Consorzio lavoro ambiente), sito a Maso Visintainer, dalle polveri, che comunque sono nei limiti di legge; permettere alla stessa Sativa di concentrare le attività alla Vela; ottemperare alla richiesta della Circoscrizione Centro storico di mantenere a Maso Visintainer solo il deposito e il trasporto dei materiali, non le lavorazioni. Sativa ha sottoposto a valutazione di impatto ambientale questa nuova ipotesi: se la Provincia la accoglierà andremo a presentarla alla commissione ambiente e alla Circoscrizione».

L'assessora non nasconde di sperare che sia stata individuata la strada giusta. «Risponde alle esigenze di tutti», dice. «La ritengo una valida alternativa».

Quanto ai tempi, informa Ferrari, «la richiesta è stata presentata a noi in via informale in dicembre e alla Provincia in gennaio. Ora attendiamo la Via».

L'assessora riepiloga il quadro della situazione: «Lo scopo è di stabilizzare il versante il prima possibile. Il servizio geologico, infatti, aveva rilevato che è in lento movimento. Ora, questa operazione si può fare sia portando lassù terreno “buono”, che degli inerti, ma solo quest'ultima soluzione è economicamente fattibile. Comunque sia, la localizzazione dell'impianto di fondovalle - lasciando in loco la teleferica - va fatta a prescindere, perché deve essere definito un modo per portare su i materiali, sia che si tratti di inerti che di terra vegetale. E con i camion non è possibile, perché a Sardagna la strada è stretta e inoltre bisognerebbe attraversare il paese».

Come è noto la Sativa è stata sottoposta a sequestro nel 2007. Cinque anni dopo, nel 2012, l'azienda ha chiesto alla Provincia di riprendere l'attività sulla base di uno studio che prevede una “localizzazione”, della quale Piazza Dante ha incaricato il Comune.

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