Sanità, corruzione e gare pilotate: 7 arresti 

Il trentino Angelo Allegretti al centro di un’inchiesta sulle forniture agli ospedali di Merano e Bolzano. Nei guai farmacisti, tecnici e imprenditori



TRENTO. Una cupola, un’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione aggravata, alla turbativa d’asta, alla frode in pubbliche forniture e alla rivelazione di segreti d’ufficio tra dipendenti dell’Azienda sanitaria di Bolzano e rappresentanti di aziende fornitrici di apparecchiature elettromedicali per pilotare le gare degli ospedali di Bolzano e Merano. Gare che in molti casi non dovevano neanche essere fatte, tanto che le apparecchiature non venivano neanche fornite, ma l’Azienda sanitaria le pagava profumatamente. Gli investigatori si sono imbattuti nell’organizzazione indagando su presunte turbative d’asta all’Azienda sanitaria di Trento e su Angelo Allegretti, 49 anni di Sopramonte, socio e dirigente commerciale di un’azienda trentina del settore, la Ams, non coinvolta in nessun modo nell’inchiesta. Il giro d’affari calcolato dagli investigatori della squadra mobile di Trento e dei carabinieri del Noe di Trento era di più di 200 mila euro in poco più di un anno con decine di gare o pilotate o totalmente inventate. Un sistema redditizio tanto far dire ad uno degli indagati: «Questa storia deve andare avanti finché non vado in pensione»

ASSOCIAZIONE A DELINQUERE. Alla fine, però, i componenti dell’associazione a delinquere sono stati arrestati e messi ai domiciliari dal gip di Trento Marco La Ganga su richiesta dei pubblici ministeri Alessandra Liverani e Carmine Russo. Si tratta di Allegretti, considerato l’organizzatore, Roberto Lepore, 49 anni, dipendente del servizio di ingegneria medica dell’ospedale di Merano, Andrea Cavallaro, dipendente del servizio di ingegneria medica dell’ospedale di Bolzano, Enrico Labella, 41 anni di Roma, dirigente di una multinazionale del settore, che non è coinvolta nell’inchiesta, e socio di fatto della Tecno Service srl e della Heka srl, società di comodo che forniva le apparecchiature, Giorgio Celli, dipendente della stessa società e socio di fatto anche lui della Tecno Service e della Heka e, infine Mauro Ceron, 52 anni di Viadana, imprenditore amico di Allegretti.

15 MILA EURO ALL’ANNO AL FARMACISTA. A loro si aggiunge la posizione del dipendente dalla farmacia dell’ospedale di Merano Luca Antino, 46 anni di Lagundo, al quale la Procura contesta i reati di corruzione e turbativa d’asta. Anche lui è finito agli arresti domiciliari. Secondo l’accusa, avrebbe scritto una relazione per escludere una concorrente e, quindi, far vincere la gara per la fornitura di due particelle per il servizio farmaceutico di Merano alla Heka nonostante la sua offerta fosse peggiore. Antino avrebbe anche accettato la proposta di Allegretti di 15 mila euro all’anno per tre anni attraverso un finto contratto di consulenza in favore di una società a lui riconducibile perché Antino inserisse nel capitolato di una gara d’appalto per la fornitura di pompe e deflussori che stava redigendo i beni prodotti da un fornitore svizzero per cui stava lavorando Allegretti e perché tenesse alti i prezzi per massimizzare i profitti.

DECINE DI GARE PILOTATE. Per l’accusa Allegretti, Celli, Labella, Ceron, Lepore e Cavallaro si sarebbero associati tra di loro, con Allegretti che aveva il ruolo di mediatore e promotore, per costituire un’organizzazione che faceva vincere le gare sotto la soglia dei 46 mila euro, e quindi a invito, degli ospedali di Merano e Bolzano per le forniture di apparecchiature biomedicali a due società di comodo, la Tecno Service e la Heka, intestate a un portinaio e a un meccanico entrambi ignari, ma amministrate da Labella e Celli. Si erano messi d’accordo su tutto: Allegretti avrebbe dovuto prendere dal 20 al 30% dei profitti, il pubblico ufficiale corrotto il 60% e il 10-20% andava all’impresa. Nell’ordinanza del gip La Ganga si citano una trentina di gare truccate tra la fine del 2016 e l’inizio 2018. Il meccanismo era sempre lo stesso: i due dipendenti pubblici Lepore e Cavallaro, ciascuno per le gare di propria competenza, informava Allegretti delle offerte presentate dalle aziende concorrenti. Allegretti avvertiva Labella, Celli e Ceron e questi, tramite la Tecno Service o la Heka, presentava offerte più basse aggiudicandosi la fornitura. Si tratta di gare il cui valore va da poche migliaia di euro fino a 45 mila. Tutto questo è andato avanti fino al 19 gennaio quando Allegretti è stato pizzicato alla stazione di Trento dagli investigatori con una valigetta con dentro 20 mila euro inviati da Celli a Lepore come prima rata di una mazzetta da 40 mila euro dopo che già ne aveva inviati altri 5 mila a luglio.

LE GARE FANTASMA. Ma poi il sodalizio ha trovato un modo per guadagnare di più. E così ha iniziato a inventare di sana pianta gare per la fornitura di pezzi rotti che in realtà rotti non erano. Così all’azienda sanitaria di Bolzano arrivava solo la fattura, ma non il pezzo. Tanto nessuno controllava. Del resto uno dei due tecnici intercettato di vantava che avrebbe potuto smontare l’ospedale senza che nessuno se ne accorgesse. (m.d. e u.c.)















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