San Cristoforo turistico, ora serve il Piano

Intanto Pallaoro conferma l'intenzione di realizzare un albergo e non negozi


Roberto Gerola


PERGINE. Il provvedimento relativo alla fascia lago perginese divenuta turistica entra "a gamba tesa" nell'argomento "Piano di sviluppo di San Cristoforo" saltato con il "tradimento di Pasqua" attuato dal Pd (affiancato dal verde Giuseppe Facchini). Per una serie di motivi.

Tra questi anche il problema relativo ai vincoli urbanistici decisi con il Prg del 2002. Questo aspetto vale evidentemente per tutto il territorio comunale, ma per San Cristoforo ha un valore aggiunto. E riguarda proprio l'area sulla quale il Pd (con Facchini) ha puntato i piedi facendo traballare seriamente la coalizione e tarpando San Cristoforo.

In sostanza l'area alberghiera con l'ex Hotel Seehof (alto 20 metri) in attesa di asta giudiziaria e la sua ex dependance di proprietà Pallaoro hanno attorno circa 6000 mq che il Comune ha vincolato a "verde pubblico". In quel verde l'imprenditore Flavio Pallaoro intende realizzare attraverso il Piano di riqualificazione e la perequazione, un albergo diffuso: non mega costruzioni, ma un edificio centrale (al posto dell'ex dependance) con contorno di tre modesti edifici in mezzo al verde pubblico.

I vincoli urbanistici del Prg approvato nel 2002 scadono nel prossimo febbraio. Il Comune o li conferma o li libera. Se li conferma, entro cinque anni deve realizzare quello che il vincolo prevede, altrimenti, se non realizza nulla entro cinque anni, deve poi sborsare migliaia di euro di indennizzo come interessi sul valore espropriativo del terreno. E con i tempi che corrono, le casse del Comune si svuoterebbero. Per San Cristoforo, Pallaoro potrebbe realizzare un albergo nell'edificio centrale in base all'attuale Prg, ma anche, si fa per dire, un parcheggio sotterraneo con superficie pari alla zona a verde.

Interpellato, l'ingegner Pallaoro dice: «In quella zona intendo investire in strutture turistiche. Se non passa il piano di San Cristoforo, vedrò di recuperare l'investimento fatto finora in qualche altro modo, ma nel settore alberghiero». Come dire, «a me di realizzare un centro commerciale a 100 metri dal lago non interessa».

Possibili negozi erano previsti nella zona servizi (tra il Pub e il Grisenti): saltati con la bocciatura del piano.  E il problema del vincolo si aggiunge (per il Comune) all'aver inchiodato lo sviluppo del centro balneare (ora turistico) con ricadute sulle imprese e sull'occupazione locali in un momento di crisi economica; reso possibile un mega negozio nell'area alberghiera (ex Seehof e adiacenze) anche se l'attuale proprietà smentisce (per ora); doversi porre il dilemma: verde pubblico sì o no (con pesanti risvolti finanziari); perdere un milione di euro in beni per i quali spenderebbe dieci volte (o di più); veder sfumare un investimento privato di 10-15 milioni di euro.













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