Salvato dal suicidio grazie a un sms

Il giovane è stato trovato appeso a una trave dai carabinieri, ora è fuori pericolo


Giuliano Lott


ROVERETO. Quando qualcuno minaccia di suicidarsi, l'intervento è sempre rapido. Ma, con sconcertante regolarità, la persona supposta in pericolo risulta ben lungi dal voler morire. Finisce tutto in archivio come "falso allarme". Ieri notte invece il dramma si stava consumando davvero in un appartamento di Rovereto: un giovane è salvo per miracolo. Era notte fonda quando alla centrale operativa dei carabinieri è arrivata una chiamata dalla questura di Siracusa.

Un uomo del posto aveva appena ricevuto un messaggio allarmante da un amico che vive a Rovereto, il quale, prendendo solenne commiato, gli annunciava di volersi ammazzare. La pattuglia del radiomobile roveretano, presa nota dell'indirizzo, si è precipitata in casa del giovane, un ventottenne originario della Sicilia, e i militari sono riusciti a salvarlo. Pochi istanti in più sarebbero stati troppi. Il giovane si era infatti impiccato con il cordone dell'accappatoio a una trave della mansarda in cui vive, al terzo piano di una casa di Rovereto.

Quando i carabinieri sono arrivati, i vicini di casa erano già in allarme e vedendo i lampeggianti blu non hanno avuto dubbi che stesse succedendo qualcosa di grave. Così hanno aperto senza esitazioni il portone di ingresso, permettendo ai militari di salire in mansarda. La porta dell'appartamento era spalancata e il corpo del giovane penzolava dalla trave, già in stato di incoscienza, con il viso ormai cianotico. Aveva purtroppo dato un seguito alle sue ultime parole, scritte nel messaggio all'amico lontano. Nella stanza aveva lasciato diversi biglietti, indirizzati alle pesone a lui più care, spiegando il senso del suo terribile e disperato gesto: una succinta testimonianza della precisa volontà di farla finita, per concludere assieme alla vita le proprie sofferenze.

Tagliato con rapidità il cordone di spugna stretto attorno alla trachea, il ventottenne è stato adagiato a terra: respirava a malapena, ma era ancora vivo. Intanto era stata avvisata la centrale operativa di Trentino emergenza, che ha inviato sul posto un'ambulanza. Con la gola finalmente libera dal cappio, il giovane siciliano ha potuto tornare a repirare, con crescente regolarità, ma senza riprendere conoscenza. Quando i parametri vitali si sono stabilizzati, il ventottenne è stato trasportato d'urgenza all'ospedale Santa Chiara di Trento, dov'è ricoverato nel reparto di rianimazione. Le sue condizioni, all'arrivo nel capoluogo, erano migliorate.

Ora è fuori pericolo, ma per il momento rimane sedato. Solo al risveglio si capirà se l'anossia - cioè la prolungata mancanza di ossigeno alle cellule cerebrali - possa aver causato delle lesioni permanenti. La valutazione del danno per il momento è ancora prematura. Ma se il ventottenne è ancora vivo lo deve prima di tutto all'amico siciliano che ha dato l'allarme alla questura di Siracusa, e in seconda battuta al celere intervento dei carabinieri, che sono riusciti a tagliare in tempo il cordone con il quale l'aspirante suicida si era impiccato. Quanto ai motivi di una scelta così definitiva e senza speranza, pare che il giovane - già sofferente per una manifesta crisi psicologica - stesse attraversando un momento di forte difficoltà, alla quale non ha saputo trovare altro rimedio che tentando di gettare la propria vita.













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