Rovereto: Pasina sequestrata, i rifiuti in Veneto

Pacher: «Abbiamo bisogno di nuovi impianti, ma troppe proteste li bloccano»


Giancarlo Rudari


ROVERETO. E' convocato per domani un summit in Provincia per capire quali sono le prospettive dopo il sequestro da parte del procuratore capo Rodrigo Merlo dell'impianto di compostaggio della Pasina. Nel frattempo la raccolta dell'umido in città non si ferma e i conferimenti dell'organico verranno dirottati nelle province di Verona e di Rovigo. «No, non posso fare previsioni sui tempi della magistratura - afferma il vicepresidente della Provincia e assessore all'ambiente Alberto Pacher - Certo che la decisione qualche difficoltà in più ce l'ha procura. Ed è per questo che c'è la necessità di accelerare i tempi di realizzazione del biodigestore di Cadino. In Trentino abbiamo bisogno di almeno quattro impianti per l'umido per evitare di portare l'organico fuori provincia: ogni anno si stima una quantità di 45.000 tonellate da trattare che andrebbero suddivise in quattro impianti sparsi su tutto il territorio». Ok, ma i tempi non sono immediati... E sotto accusa finisce l'intero ciclo dei rifiuti. «Non parlerei di fallimento, ma se c'è qualcosa da mettere a punto lo faremo. Il problema - evidenzia Pacher - sono le lungaggini e le difficoltà enormi per realizzare impianti, vedi Lasino o Cadino tanto per fare due esempi. Tutti vogliono la differenziata, ma nessuno vuole smaltire i rifiuti vicino casa. E quelli che protestano per la puzza alla Pasina, magari sono gli stessi che cavalcano le proteste per i nuovi impianti. Tra esposti e ricorsi diventa sempre più difficile andare avanti». E, prima o poi, il bubbone esplode. Da anni in città ci si lamenta per la puzza che arriva dal Navicello tanto da indurre il procuratore a sequestrare l'impianto della Pasina visto che, nonostante impegni e promesse, le emissioni non sono diminuite. «E' ancora in ballo l'ampliamento per aumentare il quantitativo di organico da lavorare che prevede, comunque, una serie di prescrizioni che vanno dal biofiltro alla chiusura delle fasi della lavorazione. Certo che - afferma Pacher - adesso si vuole ripensare la zona in maniera diversa rispetto all'uso che ne è stato fatto fino ad ora. Ma, come ho già sostenuto, l'eventuale ricollocazione va individuata dai Comuni. Il problema della puzza riguarda anche la discarica e il depuratore che, con il nuovo metodo di trattamento wex oxidation, non dovrebbe più creare problemi».

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