Rovereto: la «paghetta» persa va risarcita

La donna morì per errore dei medici: la Cassazione dà ragione al figlio



ROVERETO. La «paghetta» quando si è adulti e vaccinati e si gode di mezzi propri, non è un diritto: i genitori sono tenuti solo agli obblighi alimentari, che cessano nel momento in cui il figlio è economicamente autonomo. Ma se ciò malgrado i genitori continuano a sostenere il reddito del figlio, quest'ultimo può vantare verso chiunque altro il diritto a quei soldi. Ed essere risarcito per lucro cessante se qualcuno provoca la loro morte. Lo ha stabilito la terza sezione delle Corte di Cassazione valutando un caso accaduto a Rovereto. La madre di D. era morta in seguito ad una operazione chirurgica. Dimessa, si era sentita male ed un nuovo ricovero non era stato sufficiente per salvarla. Il giudizio già in primo grado aveva accertato la piena responsabilità dei chirurghi, e questo punto non è stato messo in discussione nemmeno nei successivi gradi di giudizio, con l'Azienda Sanitaria che opponeva il contrario. Quello che però la corte di appello di Trento aveva escluso, era il diritto del figlio - maggiorenne e che vive in Colombia - ad avere risarcito il danno patrimoniale derivante dalla perdita di una fonte costante di reddito: le somme che, se non proprio mensilmente comunque a scadenze abbastanza regolari, la donna gli inviava. Secondo i giudici di Trento, il giovane non aveva diritto a nulla, visto che godeva di un reddito proprio sufficiente a vivere in modo dignitoso. Quindi avevano condannato l'Azienda a risarcire il solo danno morale (il dolore per la perdita della madre) e nulla di più. Quella sentenza è stata impugnata in Cassazione. E la Corte ha ribaltato il giudizio di appello, confermando come esatta l'intuizione dei giudici di primo grado. Non si può confondere - dice la sentenza - l'obbligo alimentare (il dovere di sostenere il figlio che non sia indipendente) con la spontanea elargizione di somme di denaro, che seppure non dovute contribuiscono comunque in modo costante ad incrementare reddito e patrimonio del figlio. Il quale ha quindi tutto il diritto di essere risarcito se un fatto illecito da parte di un terzo (l'errore dei chirurghi) fa cessare questa sua fonte di reddito. Banalizzando, la «paghetta» non è dovuta, ma nessuno può permettersi di toccarla se i genitori ritengono, per il piacere di aiutare il proprio figlio a vivere meglio, di continuare a versargli denaro anche se non ne ha stretta necessità.













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