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Rovereto, il fast food vegano alza bandiera bianca

I titolari del Veggy Days cedono l’attività: «Questa città ha molte potenzialità, ma si sta spegnendo. Serve rivitalizzarla»


di Giancarlo Rudari


ROVERETO. Non è ancora passato un anno dall’apertura (avvenuta il 19 agosto dello scorso anno) che già il fast food vegano di corso Rosmini alza bandiera bianca. «Purtroppo - afferma Monica Salvoni titolare con il marito Maurizio Sacco - non c’è stato il riscontro che ci aspettavamo. La città ha risposto poco, sotto le nostre aspettative... Una città che sulla carta ha tantissime potenzialità, ma che purtroppo si sta spegnendo... E così in un paio di mesi lasceremo Rovereto per intraprendere un’altra esperienza con lo stesso marchio». E ora i due gestori del Veggy Days cercano qualcuno disposto a subentrare nell’attività e a rilevare il marchio oppure sono disposti a vendere tutto quello che consente di fare ristorazione.

Certo che fare ristorazione a Rovereto non è facile, «ancora meno se riguarda il vegano anche se questa sarà la cucina del futuro, che ha preso piede tantissimo in molti paesi stranieri (molti sono clienti stranieri) ma che ancora da noi non è sufficientemente riconosciuta e apprezzata. Dai nostri clienti che possiamo considerare come famiglia allargata - sottolinea Monica Salvoni - riceviamo molti complimenti e apprezzamenti per quello che facciamo. Dalla settimana prossima proviamo a farci conoscere di più con una promozione: i panini invece che 6 euro costeranno 2,50 euro».

Sarà che il fast food si è fatto conoscere poco, sarà che la posizione (in una galleria di corso Rosmini) dà poca visibilità, saranno mille altri fattori ma il Veggy Days (a differenza del ristorante vegano l’Orto di Pitagora in piazza Malfatti) non è mai decollato.

«Rovereto è una città bellissima e con un’alta qualità della vita - affermano i titolari - ma è molto difficile per fare business perché ci sembra che si stia spegnendo. Fa tristezza aver puntato su questa attività quando ci sembra che a livello comunale non si faccia abbastanza: mancano input, si vuole lasciare la città così com’è senza pensare che c’è la necessità di rivitalizzarla, di renderla più piacevole, di fare in modo che la gente sia stimolata per uscire di casa...»

La coppia titolare del Veggy Days è arrivata da Roma in Trentino nel 2010 , poi si è assentata da Rovereto per un anno (tra il 2013 e il 2014): «Ad un anno di differenza abbiamo trovato la città cambiata, più spenta, meno reattiva, preoccupata, impaurita mi viene da dire. Nulla da dire sulla sicurezza e sull’efficienza ma queste caratteristiche non bastano visto che mi sembra peggiorato l’indice di tolleranza: un mio figlio - racconta Monica Salvoni - per poco non è stato rimproverato perché con il monopattino alle tre del pomeriggio percorreva un marciapiede con l’allegria tipica dei ragazzi. Rovereto dovrebbe svegliarsi, uscire dal letargo nel quale è finita. Mi dispiace che si sia ridotta così ma può ancora risollevarsi...»













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