Riva, sole e incassi allungano la stagione

Molti alberghi chiuderanno a novembre: due settimane dopo il consueto



RIVA. In parte il clima, in parte l'avvio ritardato della stagione per una Pasqua particolarmente alta. In parte - significativa - anche l'andamento più che incoraggiante della stagione. La data fatidica della metà di ottobre quest'anno per molti operatori dell'industria delle vacanze non è coincisa con la consueta sospensione dell'attività. Riva non ha ancora chiuso. E i turisti continuano ad arrivare, anche se ovviamente non a ritmi agostani.

La sensazione è quella di un prolungamento della stagione. E gli addetti ai lavori confermano, anche se non ne sono sorpresi. «E' una tendenza - dice il presidente di Ingarda Marco Benedetti - che stiamo vivendoda qualche anno. Molti albergatori tentano di prolungare l'attività fino all'inizio di novembre, tanto che ci chiedono di modificare il calendario di eventi per coprire anche questo periodo. Le ragioni sono diverse. Allungare la stagione vuol dire spalmare su un periodo più lungo i costi fissi delle strutture. Ed anche ridurre il periodo di inattività del personale: se rimangono pochi mesi scoperti, ci sono ottime probabilità che possano attendere l'avvio della prossima stagione per ricominciare nello stesso hotel o ristorante. Ed è il personale a fare la fortuna di una struttura. Quindi diverse strategie aziendali, che diventano possibili anche per il cambiamento in atto del turismo gardesano. Non più legato solo al lago, e quindi alla stagione balneare, ma anche all'entroterra, agli sport, ai prodotti locali. Attività che si protraggono ben oltre la stagione tradizionale».

Enzo Bassetti, presidente degli albergatori, conferma la tendenza in atto. Ma più che allungata, la stagione la vede spostata in avanti. «Siamo partiti molto tardi, per la Pasqua altissima che ha spostato a giugno e luglio le festività dell'area germanica. Già all'avvio si era previsto di proseguire fino alla fine di ottobre. La stagione particolarmente favorevole, sia dal punto di vista del clima che degli affari, ha spinto molti ad aggiungere una settimana in più, andando oltre il ponte di inizio novembre. Un limite oltre il quale credo sia difficile andare: a Natale coi mercatini molti riapriranno. Poi a gennaio c'è Exposhuh. E a marzo si riparte. Molti albergatori che gesticono piccole strutture lavorano da sette mesi senza fermarsi mai: di un mese per tirare il fiato hanno bisogno. E le grandi strutture hanno costi fissi elevati, incompatibili con un turismo comunque marginale e poco programmabile. Dopo il prossimo ponte, insomma, credo che il grosso chiuderà».

Uno di quelli che ha tenuto aperto è Carlo Modena, dell'hotel Brione. «E' vero, c'è una coda positiva della stagione anche se è difficile ancora pesarne gli effetti concreti. Il bel tempo ha dato ragione a chi ha scommesso su questo ottobre, tenendo aperto anche se le prenotazioni di settembre non erano affatto incoraggianti. In verità ormai il turismo è sempre meno pianificato: si prenota un paio di settimane prima. E magari si disdice anche a ridosso dell'arrivo, se il meteo è scoraggiante. E' tutto più dinamico: più stimolante, ma anche più rischioso. Quest'anno è andata bene».













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