Riforma, al lancio del sì anche l’Upt si smarca

Oggi l’avvio della campagna referendaria con la ministra Boschi. Ci sarà Dellai Mellarini: «Parlerà per Democrazia Solidale». Passamani: «Noi non invitati»



TRENTO. Altro che centrosinistra autonomista schierato per il sì al referendum sulla riforma costituzionale, come aveva proposto solo qualche settimana fa alla coalizione il governatore Ugo Rossi. Nel giorno in cui a Trento arriva nientemeno che la madre della riforma, la ministra Maria Elena Boschi, a lanciare il comitato del sì, ad attenderla troverà solo il Pd. Assente annunciato il Patt: «Ne ho parlato con la ministra che ha capito perfettamente - ribadisce il segretario Franco Panizza - il nostro non è un disimpegno, ma per vincere il referendum bisogna convincere la propria base e per questo abbiamo chiesto garanzie sull’autonomia». Garanzie che dovrebbero arrivare negli incontri che Boschi avrà oggi con Rossi e domani con Kompatscher e i vertici Svp.

Ma all’incontro pubblico di oggi all’Hotel Trento (ore 15.30), dove parleranno una serie di testimonial del sì (il senatore Giorgio Tonini e Alessandro Olivi per il Pd, Alessandro Pietracci per i Socialisti, ma anche di Confindustria, Coldiretti, sindacati, società civile), non mancherà solo il Patt. Non ci sarà neanche l’Upt. «Affronteremo il tema a breve nel nostro parlamentino, personalmente sono a favore», spiega il segretario Tiziano Mellarini. Tra gli interventi è annunciato quello dell’ex governatore Lorenzo Dellai, che «non parlerà a nome dell’Upt ma a nome del suo gruppo nazionale, Democrazia Solidale», chiarisce Mellarini.

Il capogruppo Giampiero Passamani spiega: «Penso che Upt sosterrà il referendum, non fosse altro che per la clausola dell'intesa a salvaguardia dell'autonomia, sostenuta anche dai nostri parlamentari». Ma sull’iniziativa di oggi all’Hotel Trento dice: «Non siamo stati coinvolti, quindi non so se e chi di noi parteciperà. Come partito non abbiamo ancora discusso i termini della nostra partecipazione che pertanto sarà casuale». «Vero che alle elezioni politiche avevamo appoggiato Scelta Civica, che oggi non c'è più - ammette Passamani - ma i termini di un nostro impegno sul piano nazionale e gli accordi futuri sono argomenti non scontati e da discutere con calma».

Se il Patt ha assunto una posizione contrattuale nei confronti della ministra e del governo Renzi, con Panizza che a più riprese ha ricordato l’accordo a suo tempo firmato con Bersani, l’Upt punta a non far apparire scontato (all’alleato Pd) il proprio sì al referendum, con conseguente mobilitazione in vista di ottobre. Chi vedrà oggi la ministra sarà l’assessore Mauro Gilmozzi, ma nell’incontro istituzionale con la giunta. «Non abbiamo dubbi che Patt e Svp che hanno votato la riforma in parlamento, la sosterranno anche nel referendum», getta acqua sul fuoco il senatore Tonini. Intanto però oggi gli alleati non ci saranno.

(ch.be.)













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