La Procura di Trento ha chiesto il giudizio per lo smaltimento illegale di fanghi della lavorazione del ferro

Rifiuti pericolosi alla Sativa, 4 nei guai

Per l'accusa le scorie della Lucchini di Trieste sarebbero finite a Sardagna



TRENTO. Avrebbero smaltito illegalmente rifiuti in mezza Italia, a partire dalla discarica Sativa di Sardagna, in dispregio di qualsiasi norma e alterando anche la costa nei pressi di Trieste. Con questa accusa, la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio di quattro persone, un geometra trentino, due dipendenti delle Ferriere Lucchini di Trieste e un dipendente di una società di intermediazione. Il processo si aprirà a Trento in ottobre davanti al giudice Carlo Ancona.

I quattro imputati sono Alessio Comper, 29 anni, ex dipendente della Sativa, Vincebnzo D'Auria, 48 anni di Trieste, responsabile dell'unità ecologia e ambiente della Lucchini spa, Walter Palcini, 61 anni, dipendente di Refitalia srl, società di intermediazione e Francesco Rosato, 41 anni, direttore dello stabilimento di Servola della Lucchini. Le accuse nei loro confronti vanno dal falso all'alterazione dei registri dei rifiuti. Da ricordare che per la stessa vicenda l'amministratore unico della Sativa srl Simone Gosetti è già stato condannato a un anno di reclusione e al maxirisarcimento di 200 mila euro.

L'inchiesta è partita dalla Procura di Grosseto dopo un esplosione di rifiuti pericolosi in un deposito, esplosione che aveva procurato la morte di un operaio. Poi è stata spezzettata in vari rivoli. Secondo la Cassazione, Trento è competente a giudicare sulla parte dello smaltimento delle scorie della Lucchini di Trieste in quanto uno dei primi conferimenti accertati sarebbe avvenuto presso la discarica della Sativa di Sardagna. Si tratta di 3 mila tonnellate. Un quantitativo tutto sommato limitato. Ma l'accusa contesta ai dipendenti della Lucchini quantitativi molto maggiori che sarebbero stati smaltiti illegalmente anche a Trieste.

Il meccanismo era il solito. Secondo l'accusa, si sarebbero alterate le analisi di laboratorio per dimostrare che le scorie non erano rifiuti speciali. Tra le accuse c'è anche quella di falso perché sarebbero stati predisposti. In particolare le 3 mila tonnellate smaltite a Trento sarebbero stati rifiuti pericolosi allo stato fangoso artificiosamente declassati in rifiuti non pericolosi. Sempre alla Sativa di Sardagna sarebbero stati inviati rifiuti speciali pericolosi falsamente individuati come rifiuti misti dell'attività di costruzione e demolizione. Alla Sativa sarebbero stati smaltiti, secondo la Procura, rifiuti provenienti dallo stabilimento di Servola e non ammissibili in quel genere di discarica perché contaminati in concentrazioni superiori a quelle previste dalle leggi per un ammontare di altre 4.153 tonnellate negli anni dal 2007 al 2008.













Scuola & Ricerca

In primo piano