Regione, Rossi rilancia la «staffetta»

Il Pd trentino rivendica l’assessorato ma boccia l’allargamento della giunta anche tagliando l’indennità. Niente donne



TRENTO. «La giunta regionale è un incastro che si realizza con la partecipazione delle due Province. I due presidenti si alternano per metà legislatura ciascuno, sarà in questa logica che affronteremo la questione degli assessorati». Di fronte all’impasse che contrappone il Pd trentino a quello altoatesino per l’assessorato italiano in Regione, il presidente della Provincia Ugo Rossi rilancia la «staffetta» già sperimentata nella scorsa legislatura con il passaggio di consegne - dopo due anni e mezzo - tra Margherita Cogo e Roberto Bizzo. «L’avvicendamento - ha detto ieri Rossi intervistato da Rttr - potrebbe essere riproposto anche in questa legislatura». Il governatore ne parlerà sabato con il suo omologo altoatesino Arno Kompatscher, che sarà designato domani nuovo presidente della Provincia di Bolzano e che preme per l’entrata in giunta di Bizzo (rimasto fuori dalla giunta provinciale).

La staffetta potrebbe essere dunque l’approdo finale, anche se ieri nel coordinamento provinciale del Pd trentino il tema non è stato all’ordine del giorno. I trentini rivendicano la presenza in giunta. «Quello che abbiamo condiviso - spiega al termine il coordinatore Italo Gilmozzi - è il no assoluto all’allargamento dell’esecutivo (ventilato per far spazio a due assessori Pd, ndr), così come è stata bocciata l’ipotesi di fare un assessore in più rinunciando all’indennità aggiuntiva. Vorrebbe dire sminuire il valore di un assessorato».

Ieri, alla ripresa dopo le feste natalizie, si è riunito anche il gruppo provinciale: «Prima di discutere di posizioni da ricoprire in giunta regionale - si legge nella nota diffusa a fine incontro - riteniamo prioritario avviare un confronto per formare la maggioranza politica in Regione attorno a valori e progetti condivisi. Il Pd nella scorsa legislatura si è fatto promotore di una proposta di riforma della statuto che vada nella direzione di ridisegnare il ruolo della Regione come luogo di programmazione condivisa e di dialogo tra le diverse componenti linguistiche. Rafforzare da un lato il ruolo politico dell’ente, come luogo di composizione delle sensibilità culturali presenti sul nostro territorio e di cooperazione tra le due province, ma nel contempo rivederne la funzione legislativa, ordinamentale ed amministrativa». Di assessorati «parleremo dopo», insistono al Pd. Ma la sfida per il posto è già aperta: non solo con l’altoatesino Bizzo, ma anche tra i trentini, tra il capogruppo Mattia Civico e l’ex capogruppo Luca Zeni. Da notare che tra i papabili non c’è nessuna donna: in Regione le pari opportunità non sono all’ordine del giorno.(ch.be.)

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