«Quella volta che fraternizzai col nemico»

«Non sono solito fraternizzare col “nemico” ma quella volta feci un’eccezione. E fu una buona decisione, non fosse altro perché credo di essere stata l’ultima persona ad ascoltarlo. Avevo davanti a...



«Non sono solito fraternizzare col “nemico” ma quella volta feci un’eccezione. E fu una buona decisione, non fosse altro perché credo di essere stata l’ultima persona ad ascoltarlo. Avevo davanti a me un uomo che avevo arrestato solo cinque giorni prima; tra di noi, non le sbarre di una cella, ma una fila sempre più lunga di bottiglie Forst Kronen. Joy era stato il suo primo e unico amore.

La ragazza, colta l’occasione, non esitò a prosciugargli il conto in banca, con particolare riguardo e dovizia. Fabio non era quello che si dice una bellezza, e il suo modo di intendere la vita era piuttosto semplice e lineare; quando la banca smise di fargli credito, iniziò a vendere i cimeli di famiglia e a chiedere prestiti per soddisfare le esigenze di Joy. Alla fine si stancò del petulante giovanotto e decise di non volerlo vedere più. Non credo che Fabio avesse ben focalizzato il mestiere di Joy; credo che nella sua ingenuità non immaginasse nemmeno che esistesse una simile attività. Dopo l’ennesimo rifiuto, certo che Joy l’avesse lasciato per un altro, ebbe la brillante idea di dar fuoco all’appartamento di lei. Non voleva farle del male, l’amava, a modo suo. Il resto della storia lo conoscevo già. Fino a quella sera almeno».













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