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Punto d’Incontro riaperto ma con il vigilante in sala

Da ieri ripresa la distribuzione dei pasti dopo le aggressioni ai due dipendenti Senza tetto in fila sotto l’occhio vigile di Sasha: «Io ascolto e mi faccio rispettare»


di Claudio Libera


TRENTO. Il Punto d’Incontro di via del Travai, ha ripreso ieri la distribuzione dei pasti caldi, dalle 12.30 alle 13.45; circa 140, suddivisi in due turni da 66 posti ciascuno. E la fila delle persone, a più riprese controllata con discrezione da una pattuglia della Polizia, si è via via ingrossata prima di mezzogiorno, con una presenza in più, quella di un vigilante.

A questo è dovuto arrivare il rifugio per senza casa, in cerca di un pasto caldo – la cena viene distribuita al convento dei Cappuccini – dopo i ripetuti casi di aggressione anche fisica ai danni di una addetta alla mensa e di un operatore. La donna è ancora in malattia, munita di collare, mentre l’operatore, colpito con una forte manata, ieri era regolarmente al lavoro.

Ed oggi – come ha detto Michele Boso, coordinatore dell’accoglienza e portavoce del presidente Alberto Remondini e della direttrice Milena Berlanda, in maternità ma rientrata per verificare di persona quanto sta accadendo – “riprende pure il servizio doccia. Io lavoro al Punto d’Incontro da 12 anni e siamo quasi sempre riusciti a tenere sotto controllo casi di irascibilità o tentativi di aggressione; solo in due occasioni, lo scorso anno, abbiamo richiesto l’intervento della Polizia. Come accaduto con il ragazzo nordafricano che da giorni aveva preso di mira la nostra struttura, le suppellettili, le docce ed infine gli addetti, ripetendosi pure ai Cappuccini, a Villa Sant’Ignazio, in altre zone della città ed ieri alla stazione ferroviaria, dove è stato fermato e preso in carico dal Centro di salute mentale.

Questa è una garanzia in più –prosegue Boso – per i nostri 5 operatori, i volontari che si alternano e gli stessi ospiti che ci hanno chiesto a più riprese sicurezza per la loro persona. Ma la situazione, come è emerso pure da un incontro con le istituzioni, non è sostenibile a lungo dal punto di vista economico. Domani – (oggi per chi legge) – riprendiamo anche il servizio doccia con una certa sicurezza che quella persona - che riteniamo chiedesse sostanzialmente aiuto in maniera sbagliata, con un urlo silenzioso che diceva solo di essere fermato – per il momento non creerà ulteriori problemi”.

Gli ospiti, uno alla volta, entrano dalla porticina da cui è passato per una vita don Dante Clauser, consegnano il buono ed accedono alla sala da 66 posti a sedere. Sotto l’occhio attento e vigile di Sasha, il vigilante. “Sono della Croazia – dice mettendosi quasi sull’attenti – abito a Trento da 26 anni e faccio il body guard di professione, sono sposato, ho un figlio di 5 anni mezzo ed abito a Gardolo”. Sasha - vuole essere chiamato solo col nome di battesimo – “mi conoscono tutti così”, ha svolto il lavoro di buttafuori per varie discoteche anche dell’Alto Adige, Bolzano compresa ed ora, con in tasca il distintivo della Security Service, è dipendente della Gea Trentina Servizi di via Kufstein ed opera assieme ai colleghi nei servizi di sorveglianza all’ospedale, all’Azienda sanitaria, in Provincia, alle case di riposo.

“Non ho problemi a confrontarmi con i senzatetto – dice – io so ascoltare e farmi rispettare”. E non si riferisce all’aggressività o alla forza fisica ma al lavoro di educatore per stranieri svolto per diverso tempo con la Onlus Si Minore. Gli ospiti del Punto d’Incontro lo guardano con diffidenza ma lui cerca di rassicurarli. “Il suo orario – dice il coordinatore Boso – sarà dalle 12 alle 15 di ogni giorno, a tutela pure delle scolaresche che spesso vengono qui in via del Travai per motivi di studio. Confidiamo che la serie di spiacevoli e per certi aspetti violenti episodi accaduta nelle ultime giornate, si sia conclusa”.













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