l'intervista

«Punti nascita, sì alle sperimentazioni»

Il neoassessore Zeni: «Sicurezza, ma i servizi sul territorio sono un valore». Sui profughi: «Concertare con i sindaci»


di Chiara Bert


TRENTO. Spiega che ad agosto manderà in ferie la famiglia, la moglie e i loro due bambini, Giulio e Giovanni, e si tufferà in una full immersion nei tanti dossier della sanità che lo attendono. Luca Zeni, da sabato neoassessore al posto di Donata Borgonovo Re, è - per formazione - molto più “politico” di chi lo ha preceduto. Sui temi caldi che agitano la maggioranza annuncia la sua rotta, ma lo fa con prudenza.

Assessore Zeni, cominciamo dal lato personale. Come ha vissuto questa nomina? Il suo sì a Rossi è stato criticato da Borgonovo Re e da altri esponenti del Pd.

Non è stato facile sul piano personale gestire le ultime due settimane con i toni che si sono alzati e poi gli ultimi giorni quando una decisione si è andata delineando da parte di Rossi. Comprendo la delusione personale di Donata Borgonovo Re ma a me premeva chiarire la mia posizione, e il coordinamento del Pd lo ha fatto: siccome parliamo di una scelta politica forte, ci tenevo fosse chiaro che la mia disponibilità è stata concordata con i vertici del partito e non è stata affatto una scelta individuale.

Nel Pd c’è chi - a cominciare dai parlamentari - ha proposto che gli assessori rimettessero le deleghe e si aprisse una crisi di giunta. Se lo aspettava?

No, è una richiesta che mi ha colto di sorpresa e che mi spiego con il fatto che da Roma certi passaggi di queste settimane non siano stati colti. Le consultazioni tra il Pd e Rossi ci sono state, il Pd non è stato bypassato.

Il Pd ha rinunciato a un’assessora da 10 mila preferenze. Quanto esce indebolito da questa vicenda? Ci saranno conseguenze?

È evidente che questa vicenda ha creato delle tensioni che non sono indolori. Io sono stato fianco a fianco a Donata Borgonovo Re in tante partite e conosco il suo modo di fare politica con spirito di servizio. Sono sicuro che prevarrà la consapevolezza che, ancora più di prima, l’efficacia dell’azione della giunta dipenderà dalla nostra capacità di essere incisivi.

Arriviamo ai temi che la attendono. Punti nascita di periferia: devono chiudere o restare aperti?

Su questo tema va fatta molta chiarezza. La priorità per me è la sicurezza delle future mamme. Il percorso che è stato avviato con il ministero ha l’obiettivo di capire quanto, rispetto ai parametri numerici fissati dall’accordo Stato-Regioni (i 500 parti all’anno come standard minimo di sicurezza, ndr), possiamo sperimentare forme innovative che garantiscano servizi capillari sul territorio.

A costi maggiori?

Probabilmente con costi maggiori, certo. La politica non può nascondersi, può essere necessario investire di più per garantire servizi che evitino lo spopolamento dei nostri territori: è un tema in cui il Pd crede.

Un altro tema che ha infiammato il Trentino è quello dei profughi. Quale sarà il suo approccio?

Dobbiamo far capire ai cittadini che abbiamo un dovere di accoglienza morale prima ancora che giuridico, e dobbiamo ristabilire un clima di fiducia cercando insieme agli amministratori locali di creare le condizioni di accettazione sociale.

Intende che la fiducia non c’era con Borgonovo Re?

Il dato è che abbiamo avuto decine di amministratori che hanno lamentato modalità poco concertate. Su temi così delicati il metodo conta quando il merito. È un lavoro difficilissimo.

Nella sua agenda c’è anche il nuovo bando del Not. Cosa cambierà e quali sono i tempi?

Mi trovo in linea con l’orientamento di Borgonovo Re. Credo che il modello di costruzione e gestione dell’ospedale in mano ai privati lasci molte perplessità. Il caso di Mestre è emblematico, la finanza di progetto rischia di essere molto costosa e poco efficiente. La direzione che si è intrapresa è quella di una realizzazione diretta utilizzando fondi Bei a tasso zero, una modalità che garantisce di più i cittadini e la Pubblica amministrazione. Entro l’anno sarà presa una decisione.

L’ex assessora aveva annunciato un bando per scegliere il nuovo direttore dell’Azienda sanitaria. Conferma che sarà questa la modalità che adotterete?

Non lo so. Questo è uno dei temi in discussione che richiederà un confronto in giunta. La prima cosa che farò è un confronto con la struttura, ho bisogno di un’istruttoria, voglio capire come stanno le cose perché è una fase di passaggio delicata e c’è bisogno di garantire stabilità.

Altre priorità?

Sicuramente l’integrazione sociosanitaria, la riorganizzazione della medicina di base e la prevenzione: la sanità che collabora con settori come l’istruzione e lo sport permette di migliorare la salute e, in prospettiva, di risparmiare sui costi per curare le malattie. (Parola di assessore-sportivo, di corsa o in sella a una bicicletta, ndr).

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