Pullman troppo pericoloso sospeso dalla circolazione

Il mezzo - che svolge il servizio pubblico fra Trento e Terlago - aveva problemi ai freni e sbandava vistosamente. Ma fino a poco tempo fa viaggiava liberamente


di Luca Pianesi


TRENTO. Il mezzo sbandava ad ogni fermata, il cambio era truccato e le marce facevano fatica a entrare e se per caso qualcuno, impaurito, cercava conforto allacciandosi la cintura di sicurezza poteva capitare che non la trovasse, semplicemente perché su quel sedile non era stata montata. Erano queste le condizioni di un pulmino Iveco da 28 posti al quale era affidato il servizio pubblico di linea sulla tratta Trento-Terlago, sospeso dalla circolazione a fine giugno a seguito di una segnalazione fatta dal Sindacato di base multicategoriale di Trento alla Motorizzazione civile.

Un veicolo di proprietà di una ditta privata, la Taxibus, una delle oltre 130 imprese che compongono il Consorzio trentino autonoleggiatori (Cta), al quale Trentino Trasporti annualmente affida tratte per il trasporto pubblico, parte del servizio scuolabus e skibus. Il pulmino Iveco sospeso era un modello Otoyol del 2005 e da tempo copriva quella tratta particolarmente impegnativa per freni e sospensioni visto che quotidianamente doveva affrontare il tratto di Gardesana che si arrampica da Trento su per Cadine e poi scende fino a Terlago. «Avevamo ricevuto diverse segnalazioni su quel mezzo da parte di vari autisti – spiega l’ex autista Umberto Gottardi del Sindacato di base multicategoriale (Sbm) – che ci avevano detto che era un disastro, un vero pericolo pubblico. Abbiamo quindi deciso di salirci sopra. Siamo andati alla stazione delle corriere, abbiamo pagato il biglietto e abbiamo guardato il mezzo in azione. Ebbene ci siamo accorti subito che la marcia saltava di continuo, che non c’era il retarder, uno strumento che serve a favorire la frenata senza usare sempre e solo i freni, che altrimenti si surriscaldano pericolosamente, e ci siamo accorti che quando l’autista pigiava il pedale per rallentare il mezzo, questo sbandava pericolosamente a sinistra. A quel punto abbiamo chiesto alla Motorizzazione di fare un controllo al veicolo. Questa lo ha sottoposto a una revisione straordinaria e lo ha sospeso dalla circolazione, “per una serie di motivi”, ci hanno detto dagli uffici».

Ebbene quei “motivi” oggi il Trentino è in grado di renderli pubblici con tanto di firma e autentica del dirigente della Motorizzazione civile di Trento, Elio Grossi: il mezzo perdeva olio dal differenziale posteriore, perdeva olio idraulico, era privo del portabiciclette (mentre da libretto di circolazione avrebbe dovuto averlo), non aveva la cintura di sicurezza nell’ultimo posto sul lato sinistro, il retarder era rotto e, soprattutto, aveva montato un cambio a 5 marce, mentre ne avrebbe dovute avere 6. «Quest’ultima è una cosa gravissima – dichiara Fulvio Flammini, responsabile dell’Sbm – perché vuol dire che qualche officina, o comunque dei tecnici, si sono prestati a modificare completamente il cambio, a taroccarlo. E’ un intervento importante e se non c’eravamo noi a segnalare l’anomalia del mezzo alla motorizzazione che sarebbe successo? L’Iveco avrebbe continuato a camminare indisturbato mettendo in pericolo chissà quanti cittadini e autisti».

La scoperta evoca scenari inquietanti che non possono non riportare alla mente quell’incidente, verificatosi il 29 luglio in Irpinia, che è costato la vita a 40 passeggeri di un autobus precipitato da un viadotto, probabilmente a causa dei freni rotti.













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