Provincia, arriva l’altolà sulle consulenze 

Il direttore generale ai dirigenti: «Bisogna valutare e motivare». Altri casi sarebbero nel mirino della Corte dei Conti


di Andrea Selva


TRENTO. «Cari colleghi dirigenti, vi ricordo che gli incarichi e le consulenze esterne devono essere attentamente valutate e soprattutto motivate». Suona più o meno così la nota che il direttore generale della Provincia, Paolo Nicoletti, ha inviato ai 12 dirigenti generali dell’amministrazione per ribadire le procedure (e lo spirito) da seguire dopo che la Corte dei Conti ha avviato un’inchiesta con l’ipotesi di danno erariale per i reiterati incarichi all’ex sindaco di Pellizzano, Michele Bontempelli (Pd) che di professione farebbe il parrucchiere, ma che per la Provincia si occupa di riordinare il sistema dei lavori socialmente utili.

Saranno i giudici della Corte dei Conti a valutare se la vicenda Bontempelli ha comportato un danno per le casse pubbliche (l’ipotesi è di 88 mila euro) ma intanto è partito il richiamo a “valutare” e “motivare”, che poi sono le indicazioni della legge provinciale che regola gli incarichi esterni e che risale al 1990. Una legge che prevede il ricorso all’esterno solo per incarichi di “alto contenuto professionale” e solo quando non è possibile farvi fronte con personale interno all’amministrazione.

Tra i dirigenti provinciali c’è maretta, anche perché non sarebbe la prima volta che il conto per una consulenza esterna arriva a un funzionario pubblico (era accaduto nel 2015 al responsabile dell’urbanistica, Fabio Scalet) e soprattutto perché gli incarichi a Bontempelli non sono gli unici al vaglio della magistratura contabile e non è escluso che altri incarichi possano riservare qualche (brutta) sorpresa. All’ultima conferenza dei dirigenti generali il tema non era all’ordine del giorno, ma ugualmente se n’è parlato con un interrogativo di fondo sui confini della discrezionalità della scelta dei consulenti esterni e quelli della magistratura che deve valutare l’opportunità (o meno degli incarichi). Con un’ipotesi: stop alle consulenze. Che però non è praticabile, anche se va nella direzione di sempre maggiore attenzione indicata dall’amministrazione provinciale. Ma c’è anche chi invita a non generalizzare una vicenda (il caso Bontempelli) che non può certo essere presa ad esempio per valutare il sistema degli incarichi provinciali.

Nel 2017 la Provincia si è rivolta all’esterno in 960 occasioni, spendendo circa 1,9 milioni di euro. Il servizio che ha impegnato più risorse è stato l’Avvocatura che ha speso 435 mila euro per una sessantina di consulenze che hanno visto protagonisti avvocati di fama, impegnati per lo più nella gestione di maxi ricorsi di fronte alla giustizia amministrativa come quello sul nuovo ospedale del Trentino.

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