emergenza immigrazione

Profughi, quasi pronto il centro alle caserme Chiesa di Trento

Lavori in corso nella palazzina dell’Esercito che ospitava le truppe. Interventi per 500 mila euro, il cantiere terminerà (forse) a fine novembre


di Andrea Selva


TRENTO. Lavori in corso in via al Desert, a Trento sud, per adattare la palazzina che ospitava il personale delle caserme Damiano Chiesa all’accoglienza degli extracomunitari che richiedono asilo. Si tratta di lavori che dal punto di vista tecnico sono di facile e veloce esecuzione, per un costo totale quantificato dalla provincia in 500 mila euro. Gli operai incaricati dall’amministrazione provinciale sono già al lavoro e secondo una stima sommaria gli interventi potrebbero essere terminati entro novembre. Più difficile stimare i tempi necessari alla burocrazia per formalizzare il passaggio della struttura dal ministero della difesa alla Provincia: attualmente infatti la struttura è formalmente ancora di proprietà dell’esercito, tanto che gli interventi provinciali si svolgono su area militare, sotto la sorveglianza di personale dell’esercito.

Il «muro» di separazione

Nelle settimane scorse aveva fatto notizia la presa di posizione del senatore Sergio Divina che aveva citato (smentito successivamente dal ministero) la contrarietà della Difesa per l’ospitalità dei migranti all’interno di una caserma tuttora in attività. In realtà il progetto della Provincia prevede una separazione tra l’area destinata all’accoglienza e l’area militare, da realizzare con una serie di barriere “new jersey” in cemento su cui verrà installata una rete di protezione. Queste barriere isoleranno di fatto la palazzina ceduta dall’Esercito alla Provincia, a cui si accederà da un accesso separato rispetto all’ingresso principale delle caserme, poco più a sud, sempre in via al Desert. Non ci sarà quindi la possibilità per gli ospiti della struttura (e per gli addetti all’accoglienza) di venire a contatto con la struttura militare, che anche oggi viene costantemente presidiata nonostante l’attività sia notevolmente ridotta.ù

Niente cucina, per i pasti è previsto un «catering» L’edificio ospitava 300 militari, ma la capienza sarà ridotta alla metà. All’interno sempre presenti gli operatori delle cooperative di accoglienza

La palazzina delle truppe

L’edificio ceduto dall’esercito è una palazzina in buone condizioni di conservazione, con gli impianti funzionanti (anche se serviranno interventi di adeguamento alle normative), che fino ad alcuni anni fa (cinque secondo i tecnici che si stanno occupando degli interventi) era utilizzata dall’esercito. Parliamo di un edificio con una doppia ala, alto tre piani, realizzato secondo gli standard militari che prevedono lunghi corridoi militari con camerate lungo i lati. Quando era utilizzato dall’Esercito l’edificio poteva dare ospitalità a circa 300 persone, ma poiché il progetto prevede anche la realizzazione di zone a giorno per la consumazione dei pasti e di aree per l’accoglienza dei migranti, la capienza verrà ridotta a circa 200 posti letto, con l’intenzione dell’assessore Luca Zeni di utilizzarne un centinaio.

Gli interventi necessari

I pavimenti sono tutti piastrellati (anche le camere), i bagni sono in buone condizioni e i serramenti (a parte qualche vetro da sostituire) sono efficienti. Gli elettricisti sono al lavoro per mettere a norma gli impianti, con l’installazione di nuovi salvavita e nuovi sistemi di illuminazione. Sono previsti inoltre interventi all’impianto di riscaldamento e alcuni interventi di manutenzione all’impianto idraulico. L’edificio è già dotato di scale esterne da utilizzare in caso di emergenza e gli interventi totali - secondo - il preventivo della Provincia non dovrebbero superare i 500 mila euro.

I tempi

All’epoca dell’accordo con lo Stato (metà settembre) la giunta provinciale aveva ipotizzato la possibilità di entrata in funzione del centro entro un mese, ma in seguito sono slittati i tempi del passaggio di proprietà dell’immobile (che ancora non è stato perfezionato). Ora una nuova stima (ufficiosa) prevede la possibilità di concludere gli interventi di adattamento della struttura entro novembre.

Le proteste

E’ dell’altro giorno la presa di posizione della Lega Nord che ha organizzato una conferenza stampa davanti all’ingresso delle caserme Chiesa per manifestare la propria contrarietà al centro di accoglienza dei migranti in città: i consiglieri comunali del Carroccio e il consigliere provinciale Fugatti hanno detto che ci sarebbero cittadini preoccupati per la convivenza con i migranti. In realtà la struttura - pur vicino al centro della città - è lontana dalle zone residenziali, sicuramente più del centro di via Brennero (e di quello ipotizzato a Centochiavi) che attualmente ospita i richiedenti asilo presenti in città.













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