Profughi, prime crepe nei Comuni

Tra i 151 residenti molti i dubbiosi e il Comune chiede tempo alla Provincia


Aldo Pasquazzo


BRIONE. Brione è spaccato. L'idea di ospitare una decina di profughi nel locale ostello (ex canonica) ha messo in allerta buona parte dei 151 residenti e, al termine dell'incontro in cui martedì ha fatto un primo punto con la popolazione (una cinquantina i presenti), il Comune ha deciso "di chiedere alla Provincia di soprassedere momentaneamente sulla scelta di Brione".

Una scelta fatta appunto dalla Provincia nel piano di accoglienza dei profughi provenienti dal continente africano. Voluto dal sindaco Cristina Faccini e dalla vice Maria Grazia Scaglia, l'incontro di martedì ha evidenziato timori e insicurezza. In un comunicato diffuso ieri, il Comune sottolinea che in effetti gli interventi contrari all'arrivo dei profughi sono stati "pochi, dettati principalmente dal timore che incute la presenza di persone estranee in una piccola comunità come quella di Brione".

Molte sono peraltro state le "richieste di chiarimenti riguardo alla durata della permanenza, alla modalità di ospitalità e al tipo di presidio garantito in considerazione dei recenti avvenimenti: vedi i fatti di piazza Dante a Trento (con la conseguente decisione di togliere i profughi dal capoluogo per ospitarli nelle vallate provinciali), e gli accadimenti nella struttura di Marco di Rovereto".

"La preoccupazione - precisano dal Comune - è legata al fatto che i profughi in arrivo sono maschi adulti in giovane età. Al contrario, qualora si trattasse di famiglie, la contrarietà (per ammissione quasi unanime) svanirebbe". A margine dell'incontro di martedì, qualcuno ha fatto notare che il paese già ospita tre nordafricani, altri hanno sottolineato ansie per l'ordine pubblico: "Quando sono qua, crisi o non crisi, li dobbiamo tenere e mantenere. Se poi non si comportano bene, dovremo tenerceli ugualmente".

Dubbi che diventano propositi battaglieri nelle parole di una signora: "Noi su questa questione non cederemo di un centimetro". O che si stemperano di fronte "ai principi della solidarietà e dell'ospitalità": "Il paese sta morendo e le nascite sono poche - dice Ines Corelli, insegnante in pensione - Sinceramente l'arrivo di profughi non mi preoccupa. Capisco timori e paure, ma il mondo anche a Brione è cambiato e cambierà ancora".

Il sindaco Cristina Faccini spiega che "al momento non c'è nulla di deciso. Come amministrazione, valuteremo il da farsi anche in base all'orientamento e alle indicazioni che arrivano della gente". E, infatti (per tornare al comunicato), la richiesta di tempo alla Provincia "poggia sulla volontà di approfondire il tema con la popolazione, evitando di giungere a inutili rotture dell'armonia in seno alla comunità".

I profughi eventualmente in arrivo a Brione sarebbero una decina. Come detto, troverebbero sistemazione nell'ostello, che per anni è stato la canonica del curato don Alessandro Tasin. Voluto dal sindaco Cristina Faccini e dalla vice Maria Grazia Scaglia, l'incontro di martedì ha evidenziato un clima di timori e insicurezza. In un comunicato diffuso ieri, il Comune sottolinea che gli interventi contrari all'arrivo dei profughi sono stati "pochi, dettati principalmente dal timore che incute la presenza di persone estranee in una piccola comunità come quella di Brione".

Molte sono peraltro state le "richieste di chiarimenti riguardo alla durata della permanenza, alla modalità di ospitalità e al tipo di presidio garantito in considerazione dei recenti avvenimenti: vedi i fatti di piazza Dante a Trento e gli accadimenti nella struttura di Marco di Rovereto". hanno preso la parola hanno fatto intendere che quel tipo di accoglienza non sa assolutamente da fare. I tre marocchini al momento presenti sul posto già avanzano" è quanto ammonivano a riunione conclusa più capi famiglia. Poi ancora.

La prima donna sindaco di Brione Cristina Faccini mette le mani avanti e spiega: "Al momento non c'è nulla di scontato. Qualcosa si è parlato in proposito in giunta comunale ma in maniera solo molto informale. Ora come amministrazione valuteremo il da farsi anche in base all'orientamento e indicazioni della gente".













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