Profughi, la Cooperazione in campo

Fracalossi: «Appello alle nostre 530 imprese, a soci e amministratori». Zeni: «Anche a Trento un hub di smistamento»



TRENTO. «È un’emergenza che coinvolge anche il nostro Trentino, dal quale all’inizio del secolo scorso i nostri nonni partivano. È nostro dovere fare tutto il possibile per dare assistenza e sostegno a queste persone». Il presidente della Cooperazione Giorgio Fracalossi ha spiegato così ieri il senso della risposta della Federazione all’appello lanciato dalla Provincia per individuare appartamenti sul territorio provinciale per ospitare i profughi: «Ci stiamo attivando con una serie di iniziative per rispondere ai bisogni dei tanti uomini, donne e bambini che scappano da Paesi martoriati da guerra, oppressione e povertà, attraversando mari e frontiere pericolose, nella speranza di ridare un senso alla loro vita».

L’emergenza dei migranti diventa ogni giorno più pressante. Dopo la Diocesi, che con il vescovo Luigi Bressan ha annunciato che a giorni metterà a disposizione l’ex centro pastorale di Centochiavi, ora si muove uno dei colossi del «sistema Trentino». La Federazione ha infatti girato ieri l’appello alle sue oltre 530 imprese associate, chiedendo di diffondere l’iniziativa anche ai soci, agli amministratori e ai collaboratori. «Nei prossimi giorni - si fa sapere da via Segantini - saranno disponibili i dati sugli immobili messi a disposizione dalle cooperative trentine».

La Provincia - ha spiegato l’assessore alle politiche sociali Luca Zeni nella lettera inviata ai cooperatori trentini - prenderebbe in affitto gli alloggi disponibili direttamente dal proprietario, prestando idonee garanzie. Gli immobili resi disponibili devono essere segnalati al Cinformi – Dipartimento salute e solidarietà sociale. «È importante coinvolgere tutti i soggetti istituzionali - osserva l’assessore - amministratori, Diocesi, Cooperazione, per usare tutte le reti di cui disponiamo sul territorio. Perché al di là degli immobili para-pubblici che possiamo individuare, e di cui in questa fase c’è estremo bisogno, il messaggio che vogliamo mandare è che l’accoglienza con questi numeri è gestibile».

Il Trentino in questo momento ospita 790 profughi, su un contingente assegnato dal ministero dell’Interno alla nostra Provincia che è di 890. Il modello trentino di un’accoglienza diffusa per piccoli gruppi è stato citato ieri anche dal Sole 24Ore. «La nostra intenzione - annuncia Zeni - è di creare due hub dove gestire lo smistamento, oltre al centro di Marco di Rovereto ce ne sarà uno a Trento. I numeri oggi ci costringono a forti concentrazioni, come a Rovereto, cosa che a regime vogliamo evitare. Ma per farlo è necessario che, al di là dell’ampia disponibilità all’accoglienza arrivata dai Comuni, si passi alla fase di attuazione». Nel suo giro sul territorio, ieri l’assessore ha incontrato i sindaci della val di Cembra. «È stato positivo - commenta - da diversi sindaci stanno arrivando disponibilità concrete e i nostri uffici stanno provvedendo a verificare che gli spazi individuati siano idonei». La risposta delle cooperative potrebbe ora fare la differenza.

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