IL CASO

Privacy, anche gli infermieri all’attacco

Dopo i medici, il personale sanitario contro il nuovo regolamento dell’azienda: «Viola i nostri diritti». Chiesto un parere legale


di Andrea Selva


TRENTO. «L’azienda sanitaria fa il grande fratello con i propri dipendenti» titolava questo giornale il 4 giugno scorso. E ora i dipendenti (che in totale sono quasi 7 mila) hanno dichiarato guerra al nuovo regolamento sulle attività esterne che - con l’obiettivo dichiarato dall’azienda di fare la guerra a chi svolge il doppio lavoro - prevede l’obbligo di comunicazione anche per le attività artistiche, sportive e di volontariato. E se non ci credete andate a leggere l’elenco delle attività per cui è necessaria la comunicazione: attività sportiva svolta a titolo gratuito (non solo in qualità di allenatore, ma anche in qualità di atleta!), attività di volontariato e pure attività artistica. I dipendenti dell’azienda sanitaria, infatti, dovranno dare comunicazione al datore di lavoro anche se vorranno esporre i loro quadri in una mostra di pittura.

Ieri il Trentino ha dato notizia dei medici sul piede di guerra (“non siamo sudditi” ha detto il presidente dell’ordine professionale, Marco Ioppi) ed ecco subito che anche gli infermieri scendono in campo contro un regolamento considerato troppo penalizzante.

Il sindacato Nursing Up, che è il più rappresentantivo del personale non dirigenziale medico dell’azienda sanitaria, ha addirittura chiesto nei giorni scorsi un parere legale, come conferma Fabio Lavagnino. Sarà un avvocato del sindacato nazionale a stabilire se ci sono margini (ed è il caso) di presentare un ricorso contro il nuovo regolamento trentino che dovrebbe entrare in vigore il 1° luglio e che debutterà con il sospetto di essere lesivo della privacy dei lavoratori.

Nel frattempo sono state numerose le telefonate da parte dei dipendenti allarmati e increduli giunte al sindacato (che già aveva espresso le sue perplessità all’azienda) dopo che era uscita la notizia del nuovo regolamento. Fabio Lavagnino è preoccupato: «Non ci risulta che in altre realtà italiane ci siano condizioni di questo genere per i lavoratori. E soprattutto ci chiediamo quali potrebbero essere le conseguenze per i lavoratori che non dovessero dichiarare (magari anche solo per distrazione) le loro attività esterne di volontariato». La risposta in realtà è scritta nel regolamento: per chi sgarra è prevista una sanzione disciplinare.

Da parte dell’azienda nessun commento: il direttore del personale, interpellato dal Trentino all’epoca del primo articolo, non è voluto intervenire in merito a questa vicenda mentre ieri non è stato possibile contattare altri dirigenti dell’azienda sanitaria (ufficialmente in ferie) che hanno partecipato alla stesura del regolamento. Chi volesse approfondire la questione avrebbe comunque qualche difficoltà: sul sito internet dell’azienda sanitaria, infatti, la delibera del direttore generale Luciano Flor, che approva il regolamento, è “secretata” (come avviene per tutti i documenti relativi al personale) anche se si tratta di un documento che - ovviamente - è di carattere generale e non contiene alcun dato personale, né tantomeno sensibile.













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