«Prima l’italiano» Già tredicimila euro destinati ai migranti 

Grazie all’associazione «Demo» garantite 640 ore di lezione  Civico: «L’ obiettivo è contrastare i tagli previsti dal governo


di Alice Sommavilla


TRENTO. L’assegno è stato formalmente consegnato sabato 12 gennaio presso la sede della circoscrizione San Giuseppe Santa Chiara. Circa tredicimila euro che si trasformeranno in 640 ore di lezione di lingua italiana. Il traguardo è stato raggiunto in poco più di una ventina di giorni, grazie al lancio della campagna “Prima l’italiano”, da parte dell’associazione Demo. Come spiega Mattia Civico, che di Demo è il presidente, «l’idea è nata per contrastare l’applicazione del decreto Salvini che, a partire dal primo gennaio, ha applicato un taglio netto all’erogazione di servizi fondamentali per l’integrazione dei migranti, tra i quali anche i corsi di lingua. Come associazione, abbiamo pensato di lanciare questa campagna per poter mettere a disposizione una preziosissima risorsa come l’insegnamento dell’italiano agli stranieri, ed evitare che venisse totalmente eliminata. La cifra raccolta grazie al contributo dei cittadini è di per sé un segnale molto bello e molto forte di reazione attiva e non violenta per manifestare il dissenso verso queste decisioni imposte dall'alto. Le persone si sono assunte in prima persona la responsabilità di fare qualcosa in maniera utile e concreta, dando il loro contributo, e questo non è da sottovalutare». A fare da capofila all’erogazione dei soldi raccolti, ripartendoli tra le varie realtà che desiderano convergere nel progetto, sarà il centro Astalli, realtà trentina che da anni si occupa dell'accompagnamento dei rifugiati e dei servizi di prima accoglienza. «Questa iniziativa è importante perché, al di là della disponibilità economica che è per noi una boccata d’ossigeno, dimostra che esiste una comunità trentina che crede nel percorso dell’integrazione- spiega Stefano Graiff, presidente del centro Astalli- e quando si parla di integrazione l’apprendimento della lingua non può che essere il primo step. C’è una parte di Trentino che vuole tornare ad essere modello di integrazione e di percorsi positivi, non solo solerte applicatore del decreto sicurezza». Prossimo obiettivo, quello di trovare dei luoghi dove mettere a frutto quanto è in progetto. In prima fila per mettere a disposizione le proprie risorse, con personale formato e volontari, tra le molte realtà sul territorio, anche la cooperativa Samuele, come spiega Samuele Liberato, insegnante e referente dell’area alfabetizzazione per la cooperativa. «Una risposta così forte in così poco tempo ci ha lasciati piacevolmente sorpresi. La doccia fredda ai servizi di integrazione arrivata col decreto Salvini è stata in parte stemperata da questa iniziativa, che ci permetterà di dare continuità a parte di importanti percorsi che erano già stati avviati negli anni scorsi». I corsi saranno rivolti principalmente ad adulti, i primi a beneficiarne saranno gli ospiti della residenza Fersina. «La conoscenza della lingua italiana- dice ancora Civico- è la base, il presupposto minimo per provare ad integrasi, incontrarsi e capirsi all'interno di una comunità che non si chiude in sé stessa e non ha paura ma, al contrario, è disponibile a condividere la propria quotidianità anche con chi proviene da realtà diverse. Il taglio di questi servizi non è un danno che viene fatto solamente ai migranti, ma a tutta la comunità trentina: è risaputo che quando le persone sono poco integrate rappresentano un problema maggiore; il mondo del lavoro, che ha bisogno di queste persone, si trova davanti una grande difficoltà nel momento in cui si desideri effettuare un inserimento. I cittadini non sono sudditi, sono sovrani, di fronte a scelte politiche che non piacciono possono contare sulla risorsa del loro impegno quotidiano per far sentire la propria voce e mettere in campo anche azioni importanti e concrete come questa».













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