Precari, sì a nuove stabilizzazioni E avanti con il Clil

Rossi: «La buona scuola di Renzi va nella nostra stessa direzione». Trilinguismo, via alla sperimentazione in 10 nidi


di Chiara Bert


TRENTO. La Provincia è pronta a stabilizzare altri docenti precari, dopo i circa 700 (di cui 250 nella scuola dell’infanzia) che già da quest’anno sono passati a tempo indeterminato. Lo dice il governatore e assessore all’istruzione Ugo Rossi all’indomani dello sciopero della scuola (42% l’adesione), ma prudentemente non dà numeri rimandandoli al confronto sindacale che - spiega - «dovrà essere aperto a soluzioni innovative». Insegnanti e studenti martedì sono scesi in piazza contro la riforma della scuola di Renzi ma anche contro il progetto Trilingue di Rossi.

«Dal punto di vista finanziario contiamo di poter sostenere un ulteriore scatto in avanti - spiega il presidente - ma non possiamo agire in maniera troppo difforme dal livello nazionale». Cosa significa? Che sul numero dei precari che saranno assunti stabilmente moltissimo dipenderà dalla sentenza della Corte Costituzionale che interpreterà quella con cui la Corte Europea ha stabilito che dopo tre supplenze annuali un docente dev’essere assunto. Le variabili in gioco sono diverse, dalla ricostruzione di carriera alla tipologia di docenti a cui farà riferimento la Consulta (solo gli insegnanti abilitati, come parrebbe, o anche gli altri?). Rossi annuncia che nelle prossime settimane sarà individuato un «approccio trentino» al problema, «che terrà conto del fatto che una grossa parte dei costi li sosteniamo comunque, sia con personale precario che stabile». «La nostra scuola ha cominciato il percorso di stabilizzazione ben prima che a livello nazionale, dentro un percorso contrattuale che ha previsto forme di flessibilità del lavoro: circa 450 docenti, più 250 degli asili, che da quest’anno hanno un contratto a tempo indeterminato». Il problema delle stabilizzazioni, più che di costi, è l’irrigidimento del sistema, a partire dalle sostituzioni.

Rossi ieri ha difeso la riforma della scuola di Renzi: «È molto simile a quello che stiamo cercando di fare anche noi. Le motivazioni di chi protesta non mi sembrano sempre così chiare e trovo paradossale che mentre finalmente si affronta il problema del precariato, ci siano delle critiche». Sui superpoteri ai presidi, altro punto duramente contestati dagli insegnanti, il governatore dice: «C’è la necessità di maggiori competenze manageriali, che non significa dittatura ma usare al meglio le risorse e alla fine decidere». E in tema di decisioni Rossi conferma che sul trilinguismo non ci saranno rinvii o cambi di rotta: «Manteniamo gli obiettivi e i tempi in modo saldo, sono obiettivi di legislatura e possono essere occasioni di lavoro per i docenti». E torna a difendere il Clil: «Dal punto di vista scientifico non c’è nessuna dimostrazione, se non opinioni personali, che potenziare le lingue straniere comporti una riduzione di altre competenze». A riprova di questo, il piano Trentino trilingue è già partito in via sperimentale (dal 27 aprile fino al 31 luglio) in 10 nidi d’infanzia, con la collaborazione del professor Michele Daloiso dell’Università Ca’ Foscari: Bondo, Castello di Fiemme, Lavis, Pergine “Il girasole”, Cles, Sarnonico, Riva del Garda “Sant’Alessandro”, Primiero “Tonadico”, Rovereto “La Coccinella”, Borgo “Arcobaleno”.

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