Precari della scuola, no alla stabilizzazione

A Rovereto prima sentenza in Trentino: «Legittimo il contratto a termine» Sindacati delusi. Genovese: «Ennesima batosta per docenti già discriminati»



TRENTO. Dopo la vittoria sul riconoscimento degli scatti di anzianità, questa volta i precari della scuola incassano una sconfitta: il 4 settembre il giudice del lavoro di Rovereto Michele Cuccaro ha detto no alla stabilizzazione, negando la trasformazione del rapporto di lavoro a tempo determinato in rapporto a tempo indeterminato. No anche al risarcimento del danno, mentre è stata rinviata ad un’istruttoria successiva la questione degli arretrati. La sentenza si riferisce al ricorso di un singolo insegnante ma la sua valenza sta nel fatto che rappresenta un precedente. Diversamente da quanto avvenuto a Trento, il giudice di Rovereto ha ritenuto di non dover attendere il pronunciamento della Corte Costituzionale e, in linea con due recenti sentenze della Cassazione e della Corte d’Appello di Milano, ha stabilito che il contratto a termine dei docenti è legittimo.

Sono oltre 600 gli insegnanti in Trentino che - con oltre un centinaio di ricorsi - si sono rivolti al giudice per ottenere dalla Provincia la stabilizzazione. «Questa è l’ennesima bastonata sulla testa dei precari», commenta amaro Alessandro Genovese, rappresentante degli Stati Generali della scuola trentina che hanno seguito il ricorso di un centinaio di docenti ottenendo due sentenze favorevoli dal giudice Giorgio Flaim sugli scatti d’anzianità. «Dopo le recenti sentenze della Cassazione sapevamo che il rischio c’era ma eravamo fiduciosi per l’esito del nostro ricorso. Questa sconfitta rende i precari sempre più precari. Noi lavoriamo come gli altri insegnanti ma ogni giorno siamo considerati di serie B per quanto riguarda orari e giorni di riposo. Ora il concorso per la scuola costringe i precari storici all’ennesima umiliazione. Ma noi non ci arrendiamo e prepareremo nuove forme di mobilitazione». Dispiaciuta anche Gloria Bertoldi (Cgil scuola): «È una sentenza negativa a fronte di altre che ci hanno dato ragione. Bisogna capire però com’è stato articolato il ricorso di Rovereto. Il nostro ricorso collettivo ha posto due questioni: sulla prima, il diritto alla stabilizzazione, il giudice ha rimesso la questione alla Corte Costituzionale, mentre ha proceduto sul riconoscimento della progressione di carriera dando ragione ai docenti precari». Antonietta Pellegrino (Cisl Scuola) ricorda che «la stabilizzazione è un diritto del lavoratore, è la normativa europea a dirlo». «Ora siamo in attesa che la Provincia ci convochi sulle regole del concorso per la scuola, sperando che i precari siano tutelati».

A fine gennaio il giudice Flaim aveva accolto i ricorsi presentati da alcuni precari che si erano appoggiati alla Uil. A marzo la seconda sentenza, sui ricorsi seguiti dalla Cgil e dagli Stati Generali, in totale un centinaio di insegnanti che da anni lavorano nella scuola sempre con contratti a termine. Non essendo di ruolo, si dovevano accontentare dello stipendio base. Il giudice ha riconosciuto loro il diritto agli scatti di anzianità come i loro colleghi. La Provincia aveva fatto sapere dopo la prima sentenza di aver messo al lavoro i propri uffici per calcolare le spettanze di ogni ricorrente. Ma dopo le recenti sentenze della Cassazione che si è espressa in modo difforme dalle sentenze trentine, Piazza Dante ha deciso di sospendere il calcolo degli arretrati. Per i precari della scuola, una tappa di una lunga battaglia.

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