Portela, il rione si svuota e si divide sulla linea dura 

I commercianti: «Il problema non sono musica alta ed happy hour» Dopo la chiusura, l’arcivescovo oggi confesserà tutto il giorno in Santa Maria 


di Sandra Mattei


TRENTO. Il cartello sul portone della chiesa di Santa Maria Maggiore che avvisava la chiusura causa furti e danneggiamenti non c’è più. Ieri era scomparso. Ma questo non vuole dire che il parroco don Andrea Decarli ci abbia ripensato. Interpellato, commenta laconico: «Ormai quelli interessati sanno che la basilica chiude da mezzogiorno in poi. Ma di soluzioni ancora non ce ne sono, ho solo tolto il cartello perché dava una brutta immagine della città. Il sindaco? Ci siamo sentiti al telefono». Dal canto suo Alessandro Andreatta annuncia che oggi vedrà il parroco. Un passo avanti.

Ma la soluzione, insomma, è di là da venire. E per il quartiere che ruota attorno a Santa Maria Maggiore da tempo preso di mira da bande di spacciatori e di piccoli criminali che vivono di espedienti, rubando per l’appunto anche le offerte delle chiesa, è un altro brutto segnale di degrado. Il termometro di quanto sia “calda” la situazione nel quadrilatero compreso tra le piazze Santa Maria e De Vinci, via Cavour e via delle Orfane, via Prepositura e via Torre Vanga l’hanno ben presente i componenti del Comitato per la rinascita Torre Vanga, che ogni giorno si confrontano con un’emergenza diversa. Succede che un fine settimana un locale sfori i limiti del volume e dell’orario della musica, si assista poi ai soliti noti che bevono e bivaccano nei pressi della chiesa o che per ritorsione un esercizio commerciale si ritrovi con l’antifurto che suona all’impazzata perché se la sono presa con la cassettina.

Sarà per lo scalpore che ha creato la decisione di don Decarli di chiudere la chiesa, con la presa di posizione anche delle guide turistiche allarmate per le ripercussioni d’immagine, fatto sta che oggi l’arcivescovo Lauro Tisi sarà per l’intera giornata nella basilica di Santa Maria per la confessione dei fedeli, alla vigilia delle importanti ricorrenze di Ognissanti e della commemorazione dei defunti.

Sui provvedimenti da prendere per superare l’accerchiamento di spacciatori e disturbatori che si è stretto attorno al rione della Portela, però, le opinioni divergono anche tra i componenti stessi del Comitato. I titolari di esercizi commerciali come edicole, bar e pub non vedono di buon occhio la linea dura contro qualsiasi disturbo della quiete pubblica.

«A forza di prendersela con la musica alta o con le happy hour - afferma uno di loro - il quartiere è desertificato. Se prima in piazza Santa Maria, la sera, c’erano una decina di spacciatori e fino a 200 studenti che animavano la zona oggi quegli studenti non si vedono più ed i negozi hanno visto precipitare il loro giro d’affari». Stesse considerazioni le fa un barista, anche se non vuole apparire: «Con la fine dell’happy hour, il mio locale ha cambiato sì clientela, ma ne ho perso anche in quantità».

Franco Dapor, tra i fondatori del Comitato per la rinascita Torre Vanga commenta: «Non ci siamo mai pronunciati contro la vivacità del quartiere. Anzi, la presenza della gente è un deterrente alla criminalità. Ed è indubbio che meno negozi ci sono, meno gravitano in zona persone interessate a shopping ed a servizi, come banche e agenzie ».













Scuola & Ricerca

In primo piano