Ponte dei Servi, la ciclabile in una passerella a sbalzo

Terme di Comano, novità nel progetto per qualificare il luogo tristemente noto Prevede di collegare la pista per le due ruote alla vecchia statale


di Graziano Riccadonna


TERME DI COMANO. La contemporanea defezione per motivi personali di due dei tre relatori provinciali all'incontro sul Ponte dei Servi l’altra sera a Ponte Arche, non ha annullato l'interesse per la problematica.

La cinquantina di presenti con numerosi amministratori e con Margherita Cogo e l'assessore della comunità Paolo Pasi nella hall del Grand Hotel stanno a indicare il forte interesse con cui la pubblica opinione attende le soluzioni o «la» soluzione relativa al ponte più alto del Trentino (85 metri), tristemente noto per i fenomeni suicidari. Tirando le somme l'organizzatore della serata, il presidente dell'Officina dei Sogni, Pietro Amorth, può dirsi soddisfatto dell'affluenza, anche se è mancato l'incontro fisico. Poche ore prima avevano dato forfait Raffaele De Col, dirigente del dipartimento lavori pubblici della Provincia, e uno dei due assessori provinciali invitati, Donata Borgonovo Re, alla salute e solidarietà sociale. Giocoforza quindi il rinvio a primavera dell'appuntamento, anche se erano pronte delle proposte di sicuro interesse.

Infatti l'introduzione teorica, che sarebbe spettata a Federico Morelli, laureando in Ingegneria a Mantova, Politecnico, realizzatore del progetto di riqualificazione, comprendeva una grossa novità, l'attraversamento ciclabile del ponte. La novità di cui si è parlato giovedì è la modifica intervenuta nel progetto, che è stato integrato, pur mantenendo caratteristiche simili a quelle alla passerella e spazi connessi, con l'attraversamento ciclabile del ponte dando la possibilità di raggiungere il fianco settentrionale della gola al traffico ciclabile, collegandola con quella lungo la vecchia statale. Tecnologicamente ciò è reso possibile da un passaggio a sbalzo a sviluppo longitudinale parallelo al piano stradale, che integra la necessità di rendere fisicamente difficile i suicidi con parete di protezione non arrampicabile e con rivestimento coerente al resto dell'apparato.













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