Poliziotto condannato a 4 anni

Roberto Tomio era accusato di corruzione, peculato e falso



 TRENTO. Dura condanna per Roberto Tomio, il poliziotto in servizio presso la Questura di Trento accusato di peculato, corruzione e falso. Ieri il giudice Carlo Ancona lo ha riconosciuto colpevole e gli ha comminato una pena di 4 anni. Condannato a due anni, invece, il complice di Tomio che si trovava in Trentino per ragioni di giustizia. Per il poliziotto c'è anche l'interdizione dai pubblici uffici e il sequestro dell'abitazione di Levico in cui vive con la famiglia.  Nei confronti dei due, inoltre, c'è anche un'inchiesta per truffa che è stata chiusa nelle scorse settimane e presto approderà davanti al giudice. Tutto era partito da una presunta truffa che Tomio e l'uomo che si trovava in Trentino per ragioni di giustizia avevano orchestrato ai danni di due imprenditori. Facendo credere ai due di poter comprare degli immobili a prezzo conveniente, Tomio, che era difeso dall'avvocatessa Chiara Pontalti, e il complice, difeso da Nicola Degaudenz, si erano fatti anticipare oltre 600 mila euro. Però degli immobili non si è vista neanche l'ombra. Per la truffa, appunto, la vicenda deve ancora approdare dal giudice. Ieri, invece, c'è stato il processo per una serie di illeciti scoperti durante le indagini principali.  A Tomio era contestato il reato di peculato per essersi appropriato di 104 mila euro dell'associazione sportiva della polizia di Trento, la Policesportiva. La difesa ha contestato questa quantificazione. Secondo i suoi calcoli, Tomio avrebbe al massimo sottratto 4 mila euro. Il poliziotto ha già risarcito il danno versando oltre 11 mila euro. Non solo, i due imprenditori truffati hanno chiesto e ottenuto il sequestro della casa del poliziotto a garanzia del credito.  Oltre al peculato, al poliziotto venivano contestati anche altri reati. La corruzione veniva contestata per 9 episodi diversi. In particolare si trattava di favori indebiti che il poliziotto avrebbe fatto all'uomo che si trovava in Trentino per ragioni di giustizia. Favori che Tomio avrebbe fatto per avere dei vantaggi in futuro. In un caso avrebbe consegnato al complice anche il tesserino da poliziotto per permettergli di fingersi un agente. Inoltre, l'agente era accusato di falso per aver approntato dei documenti per dimostrare ai due imprenditori che gli immobili oggetto della truffa esistevano veramente. Infine, a Tomio era contestato anche l'uso indebito della carta di credito sempre ai fini della truffa.

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