Piedicastello, chiude  lo storico panificio 

Dai primi di giugno serrande abbassate e al momento non vi sono riaperture in vista. Per i residenti della parte storica del quartiere è una grave perdita



TRENTO. Dal primo giugno il panificio di Piedicastello ha chiuso definitivamente i battenti. Resta solo la storica insegna “ Panificio Tomasi L.”, ma cessata la gestione che oltre al pane aveva portato anche frutta e verdura, a breve termine non c’è nessuna possibilità di una riattivazione del servizio. Il problema è che ora i residenti della parte storica di Piedicastello sono costretti o ad andare fino circa a metà di Lung’Adige Apuleio, dove però trovano solo pane e latte, oppure attraversare l’Adige arrivare più o meno alla stessa altezza di Corso Buonarroti per avere oltre al pane e latte anche frutta e verdura. Perdere quella che era la classica bottega di quartiere non è un problema da poco sia per i molti anziani residenti, ma anche per le tante famiglie che restano prive della possibilità di acquisto di generi di prima necessità. E dire che in pochi metri c’è praticamente tutto: farmacia, banca, bar e perfino due ristoranti. Purtroppo però erano già alcuni mesi che la bottega del pane non era più in linea con le aspettative dei residenti: “Da qualche tempo il negozio era spesso chiuso e meno fornito rispetto al passato. Dopo l’Adunata degli Alpini – sottolinea un residente – hanno cominciato ad aprire solo al pomeriggio e poi dal primo giugno hanno chiuso definitivamente, senza dire nulla nemmeno ai clienti”.

Il ricordo va agli anni in cui il negozio apriva ancora prima delle sei e c’era la fila di gente che aspettava di entrare: “ Erano gli operai della Michelin e dell’Italcementi che prendevano il pane prima di andare al lavoro, oppure lo portavano a casa ancora caldo per la colazione della famiglia”. Chiuse le fabbriche ha preso il via un progressivo ridimensionamento. La gente si è organizzata. Molti utilizzano il servizio a domicilio delle Famiglie Cooperative o dell’Eurospesa di Via Torre Vanga. Altri cercano di organizzarsi con le macchine per portare a casa più di una spesa. Le possibili alternative. La superficie del negozio chiuso potrebbe essere adatta ad un minimarket che risolverebbe i problemi di molti o che chi era interessato in passato alla gestione del negozio lo sia ancora: “ Di certo non sarebbe in perdita – è il pensiero della gente – ed anche se fosse un po' più caro ci si andrebbe lo stesso perché adesso il disagio di molti è notevole”. (d.p.)













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